Rossella Calabrò, già autrice di Cinquanta sbavature di Gigio e delle altrettante smagliature di Gina, torna ad affollare prepotentemente gli scaffali delle librerie con Il Tasto G (Sperling & Kupfer, 2013), terzo, simpaticissimo manuale della copywriter e blogger milanese sulle donne, sugli uomini, sui loro pensieri e desideri inconfessati.
A farsene portavoce questa volta non l’autrice stessa, narratrice fuori campo (quasi sempre) super partes, ma GianBattista Stigler, ascensore. Da 100 anni, questo instancabile, signorile, posato confessionale mobile accompagna su e giù gli abitanti di un palazzo immaginario, avendo imparato, in un secolo di onorata carriera, a spiare e intuire i segreti più nascosti e i pensieri più privati dei suoi ospiti ma, soprattutto, delle sue ospiti. Quella che si sente grassa sempre e comunque, la gelosa cronica che detesta ammetterlo, quella con la sindrome della crocerossina e quella con la paura dell’abbandono: il buon Stigler incontra e ci racconta un significativo e quanto mai vario spaccato dell’universo femminile.
A cominciare da Vera Verace, metà napoletana, metà nordica, caratterizzata da una simpatica gelosia palmipede (si paragona a una “placida paperottola in un laghetto montano”, che non si approva, ma che passerebbe comunque un weekend con sé stessa, o dalla quanto mai realistica Benedetta Colla, prototipo femmineo con la più classica delle ostinazioni: aggiustare i rapporti, anche quando questi si dimostrano palesemente “inaggiustabili”. Interessante e quanto mai atipico in un contesto per così dire di “adulti”, il punto di vista di Una, figlia unica, che si sente un “io”, intruso, all’interno di un “noi” (la famiglia d’origine), e che riesce a superare questa solitudine solo con la compagnia del gatto Noy.
E quante donne ancora oggi, purtroppo, non si sentono realizzate senza qualcuno (il più delle volte un uomo) al loro fianco? E così avanti per tutte le 204 pagine del libro (un bel raddoppio, anche in termini di impegno, rispetto ai due testi precedenti), tra domande, scivoloni, pianti e risate, attraverso tutta la gamma delle emozioni delle donne. Assomiglia un po’ a un punto G dell’anima questo libro, contrappasso emotivo di quel senso di eterna inadeguatezza, che fa sentire noi donne sempre un po’ troppo di qualcosa, o troppo poco. “Persino la solitudine, che le fa tanta paura, dovrebbe invece considerarla un’altra cosa preziosissima. Perché quando si fa finalmente amicizia con sé stesse, quando ci si trova persino simpatiche […] non c’è più bisogno di nessuna maledetta colla”. Bisognerebbe ascoltarli di più questi ascensori.
Rossella Calabrò, Il Tasto G, Sperling & Kupfer, 2013, p. 204, € 12,66.