“INCONTRI ALLA FINE DEL MONDO” di WERNER HERZOG

L’Antartide secondo Herzog

Nella base antartica di McMurdo risiedono, durante l’estate australe, da ottobre a febbraio, circa 1000 persone. Un microuniverso ai confini del mondo in cui convivono scienziati e idraulici, filosofi ed ex bancari trasformati in autisti, ricercatori e viaggiatori. Un posto fangoso, con l’aspetto di un campo minerario, smerigliato da tempeste di vento e ghiaccio in cui il sole non tramonta mai. Ma appena possibile il regista Werner Herzog e il suo direttore della fotografia esplorano la natura: sul pack con i glaciologi e sotto il ghiaccio seguendo le immersioni dei biologi marini. Si ascoltano i suoni alieni delle foche e si osserva il magma di uno dei tre vulcani al mondo in cui esso è visibile dal bordo del cratere. Una osservazione che diventa motivo di riflessione sul futuro incerto dell’umanità, destinata a scomparire, sopraffatta da una natura meravigliosa quanto crudele.

Il regista Werner Herzog, voce narrante in inglese dall’inconfondibile accento tedesco, spiega all’inizio del film che “non ha viaggiato in Antartide per realizzare un altro film sui pinguini”. Ecco: l’essenza di Incontri alla fine del mondo è tutta qui. In uno sguardo che non ha nulla dei documentari sulla natura, quanto piuttosto sui limiti dell’esplorazione, senza alcun compiacimento né ammirazione di fronte ai fantastici paesaggi di questa no man’s land.
Di pinguini, alla fine, Herzog finirà per parlare, ma a modo suo: mostrando il solitario pinguino in preda alla follia che, invece di dirigersi verso il mare a caccia di cibo e vita, per inspiegabili motivi si ferma al centro delle schermo, e improvvisamente cambia direzione, spingendosi verso i 5000 chilometri di ghiaccio delle montagne che significheranno per lui la morte certa.

Non c’è niente di romantico in questo documentario, perché, come ha sottolineato lo stesso Herzog presentando il film a Torino, terza proiezione in sala al mondo e anteprima assoluta per l’Italia, “il romanticismo degli esploratori di inizio Novecento era sbagliato e non ha portato a nulla. Rimpiango che questi spazi siano stati raggiunti senza che nulla sia cambiato e sarebbe meglio lasciare dignità ai luoghi”.
Per girare il documentario Herzog è partito da solo con il direttore della fotografia Peter Zeitlinger, invitato dalla National Science Foundation dopo aver visto le immagini di una immersione subacquea in Antartide.
Alle immagini, stupende, si alternano le brevi interviste alle persone che vivono una quotidiana routine di lavoro, realizzate, come gran pare del film, senza preparazione: “Quasi tutti i personaggi che parlano nel film – ha sottolineato il regista – li ho incontrati per girare le interviste; praticamente il tempo della frequentazione corrisponde o è solo di qualche minuto superiore a ciò che si vede nel documentario”.

Sostenuto da una commovente colonna sonora, girato in digitale “perché – ha spiegato il regista – la pellicola a -30°C non si piega,eravamo solo in due e dovevamo viaggiar senza troppo materiale appresso”, costato 900 mila Dollari – “per lo più per le spese di viaggio, le attrezzature e i diritti delle musiche” – il documentario è un distillato di meditazione sulla natura nell’ultimo posto (forse?) incontaminato al mondo: l’Antartide. Un universo di bellezza e armonia che nasconde una vita spietata, in cui l’uomo, destinato a non sopravvivere, appare in tutta la sua precarietà.

INCONTRI ALLA FINE DEL MONDO
Titolo originale: ENCOUNTERS AT THE END OF THE WORLD
Regia, sceneggiatura e voce narrante: Werner Herzog
Nazione: USA
Anno: 2007
Durata: 99’
Produzione: Discovery Films
Produttori esecutivi: Erik Nelson, Dave Harding, Phil Fairclough, Julian Hobbs
Produttore: Henry Kaiser
Direttore fotografia: Peter Zeitlinger
Suoni: Werner Herzog
Musica: Henry Kaiser, David Lindley
http://encountersfilm.com/
Data di uscita: il documentario uscirà nelle sale negli Stati Uniti, nel resto del mondo sarà trasmesso sul canale Discovery Channel in data ancora da definire