Orizzonti
Apre questa edizione della sezione Orizzonti “Infamous”, film di Douglas McGrath (già noto al grande pubblico per aver interpretato alcuni film di Woody Allen) che riporta ancora sullo schermo il genio di Truman Capote, questa volta impegnato nella stesura di un libro reportage su un omicidio e ritratto nella quotidianità della sua eccentrica esistenza.
Ciò che accomuna i ricchi e i poveri è la sofferenza. Così Truman Capote, scosso dalla sua ultima fatica letteraria In Cold Blood (A Sangue freddo), racconta la sua esperienza all’amica scrittrice Harper Lee mentre raccoglie i proventi e il plauso di critica e pubblico per il suo ultimo romanzo. Ambientato nella sfarzosa Manhattan degli anni ’60, nei circoli culturali e nei caffé, l’estro di Truman Capote conquista poco a poco quel fascino e quella notorietà che, qualche anno più tardi, lo consegneranno alla storia della letteratura e alle cronache per aver innovato lo stile giornalistico, inventando ex novo un ibrido fra il reportage e il romanzo che tanto influenzerà i giornalisti e gli scrittori dei decenni successivi.
A far da spunto a questa ennesima trasposizione cinematografica di un libro dello scrittore americano è la storia vera di un omicidio consumatosi alla fine degli anni ’50. Siamo nel Texas, dove una famiglia di agricoltori, i Clutter, vengono trovati assassinati nella loro fattoria insieme ai due figli. In un viaggio documento che divide nettamente in due lo spirito del Capote scrittore, fra i salotti bene della New York benestante, fino a raggiungere gli infimi anfratti di una prigione federale, si consuma la lenta corrispondenza fra i due assassini – un omosessuale represso e uno spietato aguzzino – e il desiderio di Capote di far chiarezza sull’episodio e rendere l’umanità di un gesto atroce come lo sterminio di un’intera famiglia.
A differenza del Capote di Bennett Miller (valso al bravissimo Philip Seymour Hoffmann l’Oscar come migliore attore protagonista nell’ultima rassegna dell’Academy) il film di McGrath punta tutto su un personaggio, interpretato magnificamente da Toby Jones (Finding Neverland) raccontandone il lato pubblico attraverso l’ animo eccentrico e al tempo stesso sensibile. E proprio durante la stesura del libro, nei frequenti colloqui con Perry (uno dei due assassini), nasce nei due un sentimento che li accomuna e li avvicina: il dolore per la scomparsa delle rispettive madri morte suicide e il rammarico per una vita che non ha saputo regalare altro che sofferenze. Sofferenze che, però, lo stesso Capote riesce a superare trasformando le proprie miserie in arte.
Una prima parte più comica e ridanciana, sottolineata dalle continue risate della platea, lascia spazio ad un finale più ragionato e serioso, dove la beltà di un’esistenza condotta a suon di agi e scrittura viene sostituita dalla terribile cognizione del dolore. Un film non certo indimenticabile questo Infamous, definibile quasi come un blockbuster d’autore, che però regge bene la soglia delle due ore (tanta la durata della pellicola) e che sfrutta le movenze di un cast all’altezza per permettere quel tanto che basta a far scattare l’applauso finale. A sangue freddo e con gli occhi lucidi.
Infamous
Titolo originale: Infamous
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Biografico, Drammatico
Durata: 118′
Regia: Douglas McGrath
Sito ufficiale:Cast: Toby Jones, Sandra Bullock, Daniel Craig, Peter Bogdanovich, Jeff Daniels, Gwyneth Paltrow, Isabella Rossellini, Sigourney Weaver
Produzione: Warner Independent Pictures, Killer Films, Texas Avenue Films, John Wells Productions
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita: Venezia 2006