Il 15° Festival del Cinema Africano, D’Asia e America Latina apre nuove sezioni e dedica la retrospettiva al fenomeno Nollywood, il video boom in Nigeria.

Cinema da 3 continenti diversi dal 14 al 20 marzo a Milano

Si svolge a Milano dal 14 al 20 marzo 2005 il 15° Festival del Cinema Africano che ha come obiettivo principale quello di approfondire la conoscenza dei temi e dei linguaggio di cinematografie poco conosciute. Dalla scorsa edizione il Festival ha preso il nome di “Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina”aprendosi ad altri due continenti ed inserendo nella programmazione una nuova sezione competitiva (“Concorso lungometraggi finestre sul mondo”) a cui hanno partecipato lungometraggi realizzati da registi dei tre continenti.
Da quest’anno si aggiunge un’altra interessante sezione sempre aperta ai tre continenti ma dedicata esclusivamente ai documentari:”Concorso documentari finestre sul mondo”. Oltre a queste due sezioni maggiori, compongono il variegato programma generale anche le sezioni: “Panorama sul cinema africano” che accoglie un’ampia selezione di tutta la produzione del continente africano in 35mm e in video, tra cui molti film provenienti dalla prossima edizione del più importante festival di cinema africano di Ouagadougou, il Fespaco, in programma fine febbraio 2005; la sezione “Concorso cortometraggi africani” dove si segnalano interessanti lavori delle future promesse del cinema africano; la sezione “Concorso documentari e non fiction africani”; la sezione “Fuori concorso”, contenitore dei film che non corrispondo ai criteri del concorso, nel quale sarà quindi possibile trovare ad esempio opere realizzate da registi di origine non africana, asiatica e dell’America Latina.
Chiude l’ampio programma la sezione “Retrospettiva: Coast to Coast by video” ovvero la produzione video nell’africa anglofoba dalla Nigeria al Kenia; sezione molto interessante anche dal punto di vista storico, dal momento che in Nigeria si sta assistendo negli ultimi anni al più grande fenomeno cinematografico africano di tutti i tempi (provocatoriamente chiamato Nollywood) con la produzione di un migliaio di film all’anno che ha fatto dell’industria nigeriana dell’home video la seconda potenza mondiale dopo l’India. In occasione di questa retrospettiva avrà luogo una tavola rotonda con alcuni tra i più importanti registi e produttori nigeriani e con l’ospite Wole Soyinka, scrittore e Premio Nobel nigeriano. Più di 100 le proiezioni previste nella sale cinematografiche nel centro di Milano (Auditorium San Fedele, Multisala Arcobaleno, Spazio Oberdan, Cinema Gnomo, Espace Cinèma del Centra Culturel Francais). Tra i molti film dall’elevato spessore artistico che presentano con consapevolezza le realtà sociali, civili e culturali dei paesi coinvolti, sono da menzionare alcuni titoli che hanno già avuto un ampio successo internazionale: la splendida Carmen sudafricana di “U-Carmen eKhayelitsha” di Mark Dornforn-May, reduce dalla recentissima vittoria al Festival di Berlino; “Moolaadè”, l’opera pluripremiata al Festival di Cannes del regista e scrittore senegalese Ousmane che con questo film denuncia la feroce pratica delle mutilazioni femminilie; “Sometimes in April” del regista haitiano Peck che ha colpito Berlino affrontando la tragica guerra fratricida tra tutsi e hutu; l’opera “O Heroi” del regista Gamboa, vincitore del premio come miglior film straniero al Sundace; “La nuit de la verite” di Regina Fanta Nagro ha invece vinto il premio come miglio opera prima al Festival di San Sebastian; “Turtles can Fly” del regista iraniano Ghobadi può già contare sul Premio del pubblico al Festival di Rotterdam e sul premio come Miglior film al Festival di San Sebastian; dopo averlo presentato all’ultimo festival di Rotterdam il regista palestinese Masharawi propone nel concorso documentari l’interessante opera “Arafat my Brother”. Questi sono solo alcuni dei titoli presenti nel programma offerto da un festival cinematografico che è sì un appuntamento ormai costante e atteso nel panorama culturale milanese, ma che rimane soprattutto un’importante occasione di integrazione, di scambio, di dialogo e di conoscenza reciproca tra culture spesso separate da muri di stereotipi e pregiudizi.

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