Il Cinema DI BENOIT JACQUOT

"Le septieme ciel"

Grazie a “Le spetième ciel” Jacquot, nel 1997, trova il primo largo consenso di pubblico. Nato dal volto di due attori, il film racconta la storia di una coppia.

Un film di Benoit Jacquot nasce da un volto, dall’espressione che un solo ed unico attore può possedere. Nel 1997, quando decide di scrivere una sceneggiatura che affronti il tema della coppia, Jacquot ha l’occasione di conoscere Sandrine Kiberlain (A Vendre – In vendita) e se ne innamora. Si, se ne innamora come un regista può esserlo dei suoi attori, dei suoi modelli, della scultura da rifinire e da mostrare in un’opera d’arte. Ma in questo, nulla di nuovo. Si sa, Jacquot scrive film per le sue attrici. Il suo ultimo lungometraggio, L’intouchable (in competizione alle 63esima edizione della Mostra del cinema di Venezia), è stato scritto per Isild Le besco, così come lo era già stato A tout de suite; Adolphe per Isabelle Adjani, Sade per Marianne Denicourt; Pas de Scandale e L’ecole de la chair son stati scritti per Isabelle Huppert, sotto sua esplicita richiesta. Sandrine Kiberlain è stata solo una delle prime muse, poi riutilizzata in un film successivo (La fausse suivante).
“Faccio i miei film sapendo chi li interpreterà, prima ancora di scrivere una sola parola”. Il cinema di Jacquot è un cinema teso a raccontare storie di singoli individui; nello stesso tempo, però, documenta il percorso di un interprete intento a costruire un personaggio.

Ne Le septième ciel Jacquot decide di raccontare una coppia, due esseri umani, due individui a sé stanti e completi, che trovano nell’altro alternativamente un appoggio ed un ostacolo. All’epoca della scrittura del film, Sandrine Kiberlain inizia una storia d’amore con Vincent Lindon (L’amore sospetto) e questo sembra a Jacquot il momento ideale per girare un film proprio con loro due. La Kiberlain, donna dal volto infantile, interpreta il personaggio di una madre-moglie frustrata, nascosta nell’ombra del marito Lindon, orgoglioso detentore del ruolo del capo famiglia.

I loro ruoli sembrano ben stabiliti, fin quando un incontro casuale porta Mathilde (Kiberlain) ad astrarsi dal mondo e trovare una nuova dimensione nella trance dell’ipnosi. Le sedute mediche assumono tratti grotteschi e un po’ burleschi, tanto da chiedersi se non siano un mero espediente comico. Ma la trance non appare casualmente. L’ipnosi che nel film ha effetti miracolosi sulla moglie frustrata, è la stessa in cui piomba l’attore quando si astrae dalla sua vita quotidiana ed entra nel suo personaggio; è la stessa che “viene dalle opere cinematografiche che ho cominciato ad amare, che erano potentemente e necessariamente articolate dal rapporto ipnotico e dalla fascinazione che un film può esercitare su uno spettatore” (Jacquot).

Grazie alle bizzarre sedute ipnotiche, Mathilde ritrova un suo equilibrio e solleva i pesi dalla sua parte della bilancia. Nicolas, il marito, viene allora allontanato dal suo ruolo di sostenitore. Come trovare una nuova dimensione quando quella che si è sempre interpretata nella coppia è soppiantata dal benessere altrui?

La macchina da presa gioca a mostrare ed a celare la sua presenza, alternando i classici découpage ai reiterati piani sequenza in esterni parigini. “Cerco di realizzare questo in tutti i miei film. Che la macchina da presa si trovi in un posto assolutamente necessario, ma di una necessità tale che non la si veda, che non la si senta, restando comunque presente in ogni momento”.

Ed infine, più che all’immagine, è al suono che è data l’ultima parola. Il dialogo finale impressiona il lato destro di una pellicola quasi nera, in cui le parole animano lo scorrere di semplici titoli di coda.
Il nero sembra mostrare che le immagini non hanno più nulla da dire: il ritrovato equilibrio nella bilancia dei due personaggi comporta il concludersi del film, della sua volontà descrittiva di due individui alla ricerca di un’identità chi si completi nel rapporto di coppia.

Titolo originale: Le septième ciel
Nazione: Francia
Anno: 1997
Genere: Drammatico
Durata: 91’
Regia: Benoit Jacquot
Cast: Sandrine Kiberlain, Vincent Lindon