Ambientato nella California odierna, cinque donne e un uomo fondano un club del libro con l’intento di leggere e di commentare i sei romanzi della Austen attraverso incontri mensili che ci offrono la possibilità di conoscere meglio i singoli componenti del gruppo.
La separazione di Sylvia dal marito spinge Jocelyn, la sua migliore amica, ad ideare uno stratagemma per distrarla. E allora perché non ritrovarsi con alcune amiche per discutere le opere di una delle loro autrici preferite? In questo modo nasce il “Jane Austen Book Club” a cui partecipano anche Allegra, la figlia lesbica di Sylvia e Daniel; Bernadette la più anziana del gruppo; Prude la giovane insegnante di francese sposatasi da poco ed infine Grigg un quarantenne scapolo e di bell’aspetto. I singoli personaggi hanno una personale interpretazione, visione e idea dei romanzi della Austen che emergono durante i dibattiti letterari: è come se ognuno di loro vedesse nella sua figura e nella sua opera una parte di sé stesso o un riflesso del proprio carattere o dei propri interessi. Ciò determina per ciascuno di essi la scelta di un romanzo preferito, analizzato mensilmente, che introduce la vera trama del romanzo: l’odierna vita quotidiana, a volte semplice a volte complicata, che provoca gioie e dolori e che determina scelte e accettazione dei fatti.
Il libro è articolato in sei capitoli che presentano sei personaggi, sei vite e naturalmente i sei capolavori della Austen. Tutti i protagonisti, nella loro modernità e attualità, hanno atteggiamenti e sfumature caratteriali simili agli eroi e alle eroine dell’autrice inglese. Una su tutte Jocelyn che ricalca in chiave odierna la figura di Emma Woodhouse: nubile, determinata e soprattutto una perfetta organizzatrice di vite e principalmente di coppie. Le uniche differenze con Emma sono l’età, Jocelyn è oltre i quarant’anni e possiede quindi la maturità di cui fa difetto l’eroina della Austen, e l’essere riuscita a combinare il matrimonio della sua migliore amica. Le riunioni del club possono essere interpretate come un momento terapeutico per la vita di tutti i partecipanti che, alle prese con delusioni e accadimenti quotidiani, si ritrovano in un momento di crisi che, alla fine del ciclo semestrale di lettura, viene superato da tutti i protagonisti attraverso differenti dinamiche che riescono a portare stabilità nella vita di ciascuno di loro.
L’idea di costruire il libro attorno ai romanzi di una scrittrice del passato tanto amata è senza dubbio ambiziosa, originale e nella parte iniziale la Fowler sembra non disattendere le aspettative del lettore. Sfortunatamente procedendo nella lettura si nota lo sgretolarsi della trama costituita da racconti autonomi che determinano una mancanza di continuità narrativa. Il libro è inoltre destinato ad una cerchia di lettori circoscritta: gli appassionati di Jane Austen. Anche se l’autrice ha inserito, nella parte finale dell’opera, i riassunti dei sei romanzi analizzati le assonanze tra i personaggi possono essere colte solo da chi conosce interamente l’opera della Austen. L’errore più grande compiuto dalla Fowler è senza dubbio l’aver voluto ricalcare lo stile descrittivo e unico dell’apprezzata autrice attraverso la scelta di soggetti appartenenti alla vita ordinaria che però nella sua narrazione appaiono artificiosi e non splendidamente naturali, irripetibili e inimitabili come quelli di Jane Austen.
K. J. Fowler, Jane Austen book club, Vicenza, Neri Pozza, 2003, pp. 297, € 16,00