Il Teatro Civile di Gian Antonio Stella e Gualtiero Bertelli

La Compagnia delle Acque - Genesi

Come nella maggior parte delle situazioni, le cose accadono senza che nessuno le programmi. Si trovava, il giornalista, scrittore e saggista – firma di punta del Corriere della Sera – Gian Antonio Stella, a Mira, sulla Riviera del Brenta, per presentare il suo saggio Tribù alla manifestazione culturale LetterAria che ogni anno il comune organizza. Era il 2001 e, il saggio, che veniva dopo Schei, segnava il momento in cui Stella emergeva con un certo successo come saggista.

In occasione di LettarAria, ogni scrittore sarebbe stato accompagnato da un musicista. In sorte a Stella, era toccato il cantautore veneziano Gualtiero Bertelli. Mi ha raccontato quest’ultimo: “Mi era stato chiesto, forse proprio dal responsabile della biblioteca, se fossi stato disposto a presentare questo libro con Stella. Ci conosciamo da un sacco di tempo, dagli anni ‘80. Quella sera ci siamo trovati sul palco, io ho cantato le mie canzoni, abbiamo chiacchierato, lui ha presentato i suoi personaggi, abbiamo parlato della realtà politica”.

Il sodalizio è continuato anche l’anno dopo, sempre in occasione della stessa manifestazione. Questa volta il saggio era L’Orda, e Bertelli, entusiasta del titolo e del sottotitolo del libro (Quando gli albanesi eravamo noi), data la sua profonda conoscenza di canzoni sull’emigrazione italiana si era offerto di accompagnare l’amico giornalista con i suoi musicisti (Paolo Favorido, Giuseppina Casarin, Rosanna Zuccaro, Elena Biasibetti). Quella sera è nata la prima forma, embrionale, di quella che sarebbe poi diventata la Compagnia delle Acque: una delle formazioni più importanti per quanto riguarda la ricerca e la diffusione della canzone popolare italiana.

Oltre che a contribuire largamente alla notorietà e alla fortuna di pubblico di Gian Antonio Stella, il teatro ha costituito una parte forte della sua specificità di giornalista eclettico.
Un teatro di stampo civile, basato su storie di immigrazione (che tanto hanno caratterizzato la produzione giornalistica e saggistica di Stella) andate a scovare negli archivi della nostra memoria di popolo di migrante, oppure nella nostra storia di Resistenza. Così lo ha definito Gualtiero Bertelli: “Teatro civile. Orazione civile. Cioè il racconto a sostegno di una tesi, di un’idea, di un principio, di una visione del mondo. L’orazione civile si fa per sostenere, difendere o propagandare una ipotesi civile”.

Sono lavori basati sostanzialmente sui saggi che Stella ha dato alle stampe (in particolare L’Orda, Odissee e Tribù) e sul romanzo Il maestro magro. Di questi libri, infatti, portano anche il titolo. Solo in un caso, e cioè ne I Banditi della Libertà, sulla storia partigiana, lo spettacolo ha avuto un’origine diversa: non essendo tratto da un testo preesistente ed autonomo, il copione è stato creato di sana pianta grazie al lavoro a quattro mani di Bertelli e Stella.

Questi spettacoli presentano tre elementi fondamentali: musica, testo e immagine. Sporadicamente in scena appaiono degli attori. La collaborazione tra Stella e Bertelli si basa sostanzialmente su una divisione dei compiti costante: Gian Antonio Stella scrive i testi che, in veste di narratore-conduttore, poi legge sul palcoscenico, e si occupa della ricerca e della selezione iconografica, in modo da proiettare in scena foto e filmati attinenti alla storia; Gualtiero Bertelli, insieme alla Compagnia delle Acque, cura le musiche: talvolta scrivendo dei pezzi nuovi funzionali allo spettacolo, altre volte cercandoli nella tradizione musicale italiana (e non solo).

Questa formula teatrale, crocevia tra il concerto, la conferenza, il documentario e lo spettacolo si ritrova in ogni rappresentazione che esce dalle menti di Bertelli e Stella. La formula scelta funge anche da “legante ideale” tra i vari spettacoli realizzati finora: come a volerne sottolineare una sostanziale continuità di temi e di intenti. Se infatti, per quanto riguarda la forma, Gualtiero Bertelli ammette che “non siamo ancora riusciti a dare un nome agli spettacoli che portiamo in teatro”, è invece ben chiaro ciò che funge da sovrastruttura, da idea portante: una profonda vocazione civile e politica; e infatti il filone di questi lavori teatrali, per stessa definizione del cantautore, ha un nome ben preciso: è il Teatro Civile di Gian Antonio Stella e Gualtiero Bertelli.

Foto: Tommaso Saccarola
http://www.lacompagniadelleacque.it
http://www.gualtierobertelli.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Antonio_Stella
http://www.orda.it/rizzoli/stella/home.htm
http://www.odissee.it