“Il cigno nero – Black Swan” di Darren Aronofsky

La notte di Nina

Nina è morta. È già morta al suono di un carillon. È già morta nel suo letto. È già morta di fronte a uno specchio.

Nina (Natalie Portman) è una talentuosa ballerina in una compagnia di balletto di New York, aspira a diventare un’étoile e si è conquistata il ruolo della Regina dei cigni nella produzione più importante della stagione: Il lago dei cigni. La ragazza vuole ottenere la perfezione nella forma e nei movimenti del corpo ed è disposta a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo. È circondata da una madre pressante (Barbara Hershey), da un direttore artistico estremamente esigente (Vincent Cassel), da compagne invidiose. Non ha mai rivelato a nessuno, neanche a se stessa, di voler fuggire lontano da questa tediante realtà e finalmente crescere. Nina si rifugia quindi in un mondo interiore retto da compulsioni e paranoie.

Da tempo Darren Aronofsky era rimasto intrigato dalla sceneggiatura di Andrés Heinz, uno psico-thriller sul mondo dello spettacolo a Broadway. Successivamente l’ambientazione era stata spostata a New York e solo poi era giunta l’idea del geniale parallelismo tra l’allucinata vicenda della protagonista e la tragica storia de Il lago dei cigni.

Il cigno nero si innesta perfettamente nella filmografia di un regista che scandaglia pulsioni autodistruttive e narra di personaggi deviati. Dopo la caduta di Randy «The Ram» Robinson, wrestler appesantito dagli anni passati, Aronofsky ritorna al suo stile convulso per descrivere la rovina di una giovanissima ballerina. Nina non ha mai superato la sua innocenza infantile e per questo possiede la personalità ideale per interpretare il Cigno Bianco. Quando le viene assegnata la parte, è però cosciente delle difficoltà che dovrà affrontare per incarnare anche il Cigno Nero. L’origine del suo travaglio interiore risiede nel desiderio di superare i propri limiti e infatti Nina muore spiritualmente la notte della vigilia della sua «incoronazione», senza aver mai conosciuto le gioie della vita. Come Marion Silver e Sara Goldfarb, viene inquadrata rannicchiata, poco prima di addormentarsi, destinata ad annientarsi mentre ascolta (da un carillon) la melodia del suo Requiem. Come Harry in Requiem for a Dream e come Randy in The Wrestler, Nina porta sul suo corpo il segno di un tumore psicologico che la consuma; l’iniziale morte interiore innesca il suo processo di mutazione, ma le ferite sono il simbolo della sua maturazione impossibile. Nina non cresce e l’unica strada percorribile si rivela essere una trasformazione/annientamento di sé.

Il cigno nero racconta una metamorfosi organica (immaginata dalla protagonista e reale agli occhi dello spettatore) alla quale la regia di Aronofsky si adatta perfettamente assumendo le forme di vorticosi long take e disorientanti panoramiche a schiaffo. L’autore predispone quindi un climax ad alta tensione e trasforma l’incanto de Il lago dei cigni in cinema nero. Conduce un corpo leggiadro (quello della stupenda Natalie Portman) in un abisso malato: ci regala un disturbante incubo impresso su pellicola.

Titolo originale: Black Swan
Nazione: U.S.A.
Anno: 2010
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 103′
Regia: Darren Aronofsky
Sito ufficiale: www.blackswan2010.com
Sito italiano: http://microsites2.foxinternational.com/…
Cast: Mila Kunis, Natalie Portman, Winona Ryder, Sebastian Stan, Vincent Cassel, Christopher Gartin, Toby Hemingway, Janet Montgomery, Barbara Hershey, Kristina Anapau, Ksenia Solo, Adriene Couvillion
Produzione: Cross Creek Pictures, Phoenix Pictures, Protozoa Pictures
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita: Venezia 2010
18 Febbraio 2011 (cinema)