“Il discorso del re” di Tom Hooper

Il re balbuziente

Il film di Tom Hooper su re Giorgio VI arriva nelle sale italiane nel momento più propizio, proprio a ridosso dell’annuncio delle candidature agli Oscar: sono ben 12 le categorie in cui la pellicola è in gara.

Il film inizia quando il protagonista non è ancora re, ma semplicemente il principe Albert, duca di York. Al trono è destinato il fratello maggiore, Edoardo. Solo dopo l’abdicazione di quest’ultimo (che abbandona la corona per sposare la pluridivorziata Wallis Simpson), Albert ne prende il posto, assumendo il nome di Giorgio VI. Fin dall’infanzia il futuro re soffre di una grave forma di balbuzie che gli rende quasi impossibile pronunciare discorsi pubblici. Dopo aver consultato, senza alcun successo, i più titolati luminari del campo, si rivolge a Lionel Logue, un australiano che lo sorprende con metodi eterodossi e con un atteggiamento ai limiti della provocazione (lo chiama Bertie, anziché “Altezza Reale”).

Il logopedista accetta di intervenire solo sugli aspetti “meccanici” del difetto, ma capisce che l’origine della balbuzie è di tipo psicologico e sta in un’educazione eccessivamente formale, rigida e punitiva. Il rapporto tra i due, dapprima solo professionale e poi – per quel che è possibile data la differenza di posizione – di vera amicizia, ci viene mostrato nel suo evolversi per alcuni anni, fino al decisivo discorso tenuto dal re all’indomani dell’entrata in guerra per incitare il popolo britannico a rimanere unito.

Se l’enfasi è posta soprattutto sul percorso psicologico del protagonista, e sulla contrapposizione sociologica con il suo medico/antagonista, Il discorso del re sottende anche precisi giudizi sulle figure storiche messe in scena. Nel ricostruire le vicende di Albert/Giorgio VI, il film mette in evidenza il suo forte senso del dovere, la sua comprensione del ruolo che la monarchia (pur in assenza di reali poteri decisionali) continuava a svolgere nella società britannica del tempo e quindi la sua capacità di agire come simbolo e baluardo di unità nazionale. Netta è la contrapposizione che viene istituita col fratello Edoardo. Nel dipingere questa contrapposizione Hooper va contro una certa storia da rotocalco la quale tende piuttosto a vedere in Edoardo il “re del popolo” per il suo rivoluzionario anteporre i sentimenti agli affari di stato e al potere. The people’s king era, non a caso, il titolo di una biografia (di Susan Williams, Palgrave Macmillan, 2004) che descriveva Edoardo come un re innovativo e genuinamente democratico e rappresentava l’abdicazione come il frutto di manovre di palazzo ordite dal primo ministro Stanley Baldwin.

Al contrario, Il discorso del re dipinge Edoardo come personaggio fatuo, incapace di assumersi responsabilità (mentre il popolo britannico si stringe intorno al discorso del suo re, lui e Wallis Simpson ci vengono mostrati mentre se ne stanno in Costa azzurra) e politicamente inaffidabile (vengono adombrate le sue simpatie per la Germania). Il vero “re del popolo” – è la tesi di questo film – fu invece proprio Giorgio VI con il suo senso della dignità dell’istituzione e la sua comprensione della gravità del momento.

Il discorso del re ha le buone, rassicuranti, qualità che ci si aspetta da una ricostruzione storica “made in Britain”: accuratezza, fluidità narrativa, dialoghi spiritosi, attori eccellenti (qui l’Oscar per Colin Firth è quasi sicuro – nel suo discorso di ringraziamento giocherà con le caratteristiche del suo personaggio?). Rispetto a certi classici biopics inglesi del passato più o meno recente (le pellicole di Richard Attenborough, per fare un nome), il film di Hooper ha un passo narrativo più svelto (e qualche semplificazione in più – a cui peraltro pone rimedio la sottigliezza psicologica degli interpreti).

Titolo originale: The king’s speech
Nazione: Regno unito, Australia
Anno: 2010
Genere: Biografico
Durata: 118’
Regia: Tom Hooper
Cast: Colin Firth, Helena Bonham Carter, Geoffrey Rush, Guy Pearce, Jennifer Ehle, Derek Jacobi, Michael Gambon, Timothy Spall, Anthony Andrews, Claire Bloom, Eve Best.
Produzione: See Saw Films, Bedlam Productions
Distribuzione: Eagle pictures
Data di uscita: 28 gennaio 2011 (cinema)
Sito ufficiale: http://www.kingsspeech.com/