La casa di un drammaturgo sperduta tra le rocce, nel retroscena, come una casa di bambola, rivela drammi esistenziali.
Iris Murdoch è stata una famosissima scrittrice e drammaturga filo-esistenzialista del Novecento inglese e docente di filosofia all’università di Oxford. Stabilitasi a Cambridge per conseguire gli studi filosofici, frequentò un corso con L. Wittgenstein e fu proprio lì che conobbe J. P. Sartre ed E. Canetti con il quale ebbe una storia amorosa mantenutasi ben tre anni.
Moglie del celebre critico John Bayley, molte sono le opere che l’hanno resa nota tra cui vari saggi accademici ed i suoi ventisei romanzi. E’ pubblicato in Italia per la prima volta da Rizzoli nel 2003 “Il mare Il mare”, romanzo con il quale nel 1978 vinse il notevole Booker Prize.
Charles Arrowby protagonista del romanzo, è un celebre regista drammaturgo shakespeariano che, alle soglie dei sessant’anni con una vita mondana trascorsa nella caotica Londra, si trasferisce in un’antica casa (Shruff End) sulla costa britannica, appollaiata su un piccolo promontorio, proprio sulle rocce. Lì inizia un’esistenza solitaria che lo stimolerà a scrivere un libro-diario. Nella seconda pagina del romanzo si legge, in effetti, del suo progetto di stendere un diario di pensèes e dice: “Mi piacerebbe proprio illustrare con una certa dovizia di particolari l’ambiente che mi circonda, la sua flora e la sua fauna”. La Murdoch in questo riesce eccellentemente con uno stile narrativo sobrio ed elegante e citando opere letterarie e teatrali incalzanti noterete i mille toni che offriranno immagini nitide del paesaggio dolce e burrascoso, di un’attesa vita solinga che muterà in una cornice d’intensi eventi.
Presto Arrowby rincontrerà quello che è stato il suo unico amore perso molti anni fa, cosicché la sua vita di eremita verrà messa da parte nel tentativo di riconquistare Hartley, descritta come una sciatta vecchia che quando piange ricorda il bambino-porcello di Alice nel paese delle meraviglie. Hartley, che l’abbandonò per trascorrere una vita tranquilla, non certamente con un uomo alla mercé di tante donne dello spettacolo, in primis ricambia l’amore, in seguito qualcosa e qualcuno la indurranno recedere.
Una particolarità di questo romanzo è che la Murdoch sembra essersi ispirata alle attitudini psicologiche del suo ex amante Elias Canetti per delineare le caratteristiche di Charles Arrowby, delirante, ossessivo e possessivo. La presenza enigmatica del buddista cugino James, che Arrowby nel suo diario descriverà come un rivale, persona con la quale si è sempre sentito in competizione e in contraddizione ma che si rivelerà il suo redentore spirituale; ma ciò avverrà solo dopo la morte dello stesso James.
“Il mare Il mare” è un thriller filosofico e vagamente filopsicometempsicotico in cui forse il vero protagonista è paradossalmente il mare stesso che, con il suo potere riesce ad infondere sentimenti violenti, visioni romantiche e allucinanti nella mente di un uomo il cui successo ha imposto visuali assolutistiche della vita e di chiunque gli stesse accanto, nella persuasione di essere edonista e venerato. Solo dopo aver lasciato Shruff End per reintegrarsi a Londra nell’appartamento ereditato dal cugino, egli capirà. Capirà di aver passato una vita ad inseguire il fantasma di un amore tramontato: il tempo, come il mare, disfa e confonde tutto. Non si vive con i fantasmi.
Rizzoli romanzi, 2003