Il potere dell’immaginazione

La conferenza stampa della 55. Esposizione Internazionale d’Arte

29 maggio – La stampa internazionale si è riunita nel Teatro Piccolo Arsenale per assistere alla conferenza stampa della 55. Esposizione Internazionale d’Arte.

Il presidente Paolo Baratta ha introdotto la 55. Biennale d’Arte ricordando il costante aumento di partecipazioni nazionali alla kermesse lagunare. Questo dato positivo conferma la funzione della Biennale quale fondazione internazionale di diffusione della cultura. La presenza delle nazioni non va interpretata come volontà di autocelebrazione della propria identità, bensì come desiderio di partecipazione attiva al dialogo culturale internazionale.

In particolare, riferendosi alla mostra-ricerca curata da Massimiliano Gioni, Baratta vede nel Palazzo Enciclopedico “la chiave di accesso alla conoscenza dell’arte”, un compito che rappresenta l’impegno della Fondazione Biennale come luogo di promozione della conoscenza. L’esposizione Internazionale assume il ruolo di faro nella tempesta iconica della società contemporanea. Quest’anno l’istituzione si affida a uno dei più giovani curatori internazionali dimostrando una volontà di costante rinnovamento anche in tempo di crisi.

L’intervento di Massimiliano Gioni è semplice e preciso, nonostante la difficoltà di spiegare a parole ciò che in realtà dovrebbe essere direttamente fruito. “Il Palazzo Enciclopedico” non vuole essere un compendio dell’arte contemporanea, al contrario l’esposizione è il punto di partenza per illustrare l’infinito desiderio di conoscenza che da sempre accompagna l’uomo. “Credo – afferma il curatore – che questa mia esposizione incoraggi l’utilizzo dell’immaginazione come mezzo di trasformazione del mondo.” Una ricerca che non è concepita come viaggio nella pura astrazione, ma come dimostrazione della connessione tra arte e realtà. Il progetto di Gioni struttura l’esposizione in due parti: il Padiglione Centrale ai Giardini pone l’attenzione sulla materia invisibile, ovvero sogni e visioni, dunque immagini che sono il prodotto della fantasia dell’uomo. Mentre all’Arsenale è esposto il visibile: il tentativo dell’artista di tradurre il mondo in immagini.

“Il Palazzo Enciclopedico” vede la partecipazione di artisti, intellettuali, scrittori e profeti… per alcuni casi l’operazione è una rischiosa celebrazione dei dilettanti, ma del resto lo stesso Marino Auriti, colui che ha concepito il museo della conoscenza, era un meccanico della Pennsylvania. La forza di questa Biennale risiede proprio nella volontà di porsi dei quesiti sulla natura dell’arte e dell’artista, soprattutto all’interno di una società posseduta dalla tecnologia e dai mass media dove chiunque può produrre arte.
Se per Baratta la Biennale diventa un farmaco antidepressivo in tempi di crisi, per Gioni è un momento di partecipazione collettiva , una sorta di “esperimento politico”.
Interrogato sui criteri che regolano la scelta degli artisti, il curatore specifica che non esiste una regola precisa: “selezionare l’arte è come trovare un amico o trovare l’amore, non ci sono dei criteri particolari. Ciò che chiedo all’artista è di condurmi da qualche parte, non di dimostrarmi da dove proviene.” E agli artisti Gioni ha chiesto di mettersi in discussione, di partecipare esponendo al pubblico le visioni celate nell’essere umano. Secondo il curatore la vitalità della Biennale d’Arte risiede proprio in questa relazione che instaura con gli artisti, nella sua capacità di chiedere un coinvolgimento e una condivisione collettiva del proprio lavoro. Un’operazione che deve essere rinnovata ogni due anni, ma che comunque non garantisce la realizzazione di un progetto completo, un limite che la Biennale ha in comune con il brevetto di Auriti, ma che proprio per questo è la dimostrazione del potere infinito dell’immaginazione.