Il ventaglio fu scritta nel 1764 da Goldoni durante il suo “esilio” parigino, in lingua italiana e inviata a Venezia per essere rappresentata. Nella commedia l’azione si materializza nel ventaglio che passa di mano in mano e si risolve nel fragile fuoco d’artificio di brevissime battute.
Luca Ronconi ripropone lo spettacolo al Piccolo Teatro di Milano fino al 31 maggio, avvalendosi della recitazione di nomi ormai noti al pubblico come Giulia Lazzarini, Raffaele Esposito e altri, affiancati da un gruppo di giovani attori. Rimanendo fedele al plot originario, non servono eccessivi stravolgimenti per far passare agli spettatori il messaggio goldoniano il quale, comme d’habitude, amava soffermarsi su vizi e virtù (ma soprattutto vizi) umani, qui messi in luce e scoperchiati da un semplice quanto frivolo oggetto per signore nobili dell’epoca.
Tutto ha inizio con un ventaglio che si rompe, appartenente a Candida, nobildonna in età da marito che spera di convolare presto a nozze con l’aitante Evaristo. Evaristo, che ricambia il suo amore, pensa bene di conquistarla definitivamente con un regalo: un nuovo ventaglio. Ma una volta comprato dalla merciaia del villaggio, non osa consegnarlo personalmente e si rivolge a Giannina, una giovane contadina del luogo. Candida li vede parlare dalla terrazza e ha inizio la serie di equivoci: pensando che l’amato e Giannina abbiano una tresca, decide di sposare per ripicca il barone del Cedro che l’ha chiesta in sposa avvalendosi dell’aiuto (non disinteressato!) del Conte di Rocca Marina, nobile decaduto e scroccone ma personalità ancora influente nel piccolo paese. Anche gli altri abitanti equivocano il confabulare tra Evaristo e Giannina e subito la notizia corre di bocca in bocca, giungendo anche all’orecchio di Crespino, innamorato della ragazza.
Dalle mani di Giannina il ventaglio passa, ceduto o rubato, a tutti gli altri personaggi, diventando di volta in volta strumento e simbolo di vendetta, ripicca, corteggiamento e finalmente riconciliazione. Dopo mille peripezie, accadute in un’unica giornata, finalmente il ventaglio giunge nelle mani di colei a cui era originariamente destinato, Candida. Immancabile il lieto fine, con il trionfo dell’amore attraverso le unioni di Candida e Evaristo e Giannina e Crespino.
La passione tutta goldoniana di soffermarsi sui vizi dell’umanità, sviscerarli e ridicolizzarli, trova in quest’opera una rappresentazione felicissima e molto gradevole. Motore di tutta la vicenda è il ventaglio, un piccolo oggetto dall’aria innocua capace invece di incrinare rapporti, insinuare dubbi e scatenare vere e proprie crisi. Una tempesta emotiva che coinvolge tutti i personaggi e che è materializzata sul palco da un vento che arriva all’improvviso a sconvolgere ma allo stesso tempo a risistemare ogni cosa.
Nonostante l’ambientazione settecentesca, il messaggio rimane attuale: sentimenti quali paura, malizia, invidia e gelosia prevalgono spesso sul buon senso e sulla fiducia, propri in questo caso di una società ormai logora e decaduta, pervasa da inquietudine e malinconia, che si appresta a vivere grandi cambiamenti.
“Il ventaglio” di Carlo Goldoni
Regia: Luca Ronconi
Luci: Gerardo Modica
Costumi: Gabriele Mayer
Scene: Margherita Palli
Con: Raffaele Esposito, Giulia Lazzarini, Pia Lanciotti, Giovanni Crippa, Massimo De Francovich, Riccardo Bini, Federica Castellini, Francesca Ciocchetti, Gianluigi Fogacci, Simone Toni, Giovanni Vaccaro, Pasquale Di Filippo, Giuseppe Fraccaro, Marco Vergani
Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
In collaborazione con Odéon Théatre de l’Europe