“Il volto di un’altra” di Pappi Corsicato

All'ombra di Plauto

I colori sono sfumati al punto da scivolare in uno scarno bianco e nero mentre la telecamera fotografa un bosco nebbioso, nel quale si distinguono figure mostruose, bianche in volto e sugli arti ricoperti da fasce mediche: si muovono come zombi riportando all’immaginario comune di un film dell’orrore. E quasi si pensa di aver sbagliato sala, fino al momento in cui s’incontrano i titoli di testa con il nome di Pappi Corsicato e del suo ultimo film, Il Volto Di Un’Altra.

Bella è una conduttrice televisiva di un programma sulla chirurgia estetica sposata con Renè, il chirurgo che effettua gli interventi sugli ospiti dello stesso programma. Quando Bella viene licenziata per un calo di ascolti attribuito alla sua faccia ormai ritenuta noiosa, un incidente d’auto la lascia gravemente sfigurata. Ma la conduttrice non si perde d’animo e anzi vede in questo un’occasione per rilanciare la propria immagine facendosi ricostruire dal marito un volto completamente nuovo che le permetta di riconquistare il proprio pubblico.

La controversa poetica di Pappi Corsicato sembra raggiungere con questa sua ultima opera la massima esaltazione nel gioco tra la scenografia barocca e la fotografia pop: entrambe vengono condotte a una condizione talmente eccessiva da entrare nello stesso contenuto narrativo del film, superando il luogo della forma al quale sono comunemente limitate. Con Il Volto Di Un’Altra, insomma, Corsicato supera definitivamente anche quel Pedro Almodovar del quale in gioventù è stato allievo.

I colori sgargianti del regista spagnolo qui si enfatizzano al di là del reale e cadono in un contrasto estremo con un bianco e nero asettico. Nello scenario di una clinica di chirurgia estetica dove una suora si aggira divertita a distribuire purghe agli ospiti, questo gioco cromatico rende possibile il trionfo del surrealismo al quale Peppi Corsicato sembra aspirare.
In un simile contesto, la trama s’incastona con semplicità grazie alla costruzione dei personaggi, tutti emeriti stereotipi del teatro antico che echeggiano quelle figure al limite del grottesco presenti nelle commedie di Plauto. Queste, riportate in un contesto tanto contemporaneo come quello una clinica di chirurgia estetica, danno al film l’impronta decisiva che lo scarnifica da qualsiasi emozione concedendo alla pelle stessa dello spettatore quella deriva anestetica alla quale la società dell’apparire sembra destinarci.

Ad avere un ruolo determinante in questa denuncia di Corsicato è proprio un elemento fondante della commedia plautina e del teatro greco, il coro, che con il proprio sguardo concede qui l’importanza essenziale a tutti quei personaggi che lottano per apparire e che senza di esso semplicemente non esisterebbero. Sotto il soggetto del coro si riunisce quella massa di pazienti amorfi della clinica e quei mostruosi personaggi felliniani che vi si accampano attorno in cerca di una miserabile briciola di celebrità da poter toccare con mano.

Ma per ottenere il vero fattore grottesco, Peppi Corsicato non può prescindere da una recitazione alienata e alienante dei propri attori principali sostenuti dalla sua attrice feticcio Iaia Forte e dal bravissimo Lino Guanciale. Alessandro Preziosi e Laura Chiatti sono la coppia di protagonisti di bella presenza che sfida letteralmente la propria carriera recitativa dandola in pasto a una sceneggiatura rischiosissima: entrambi risultano pericolosamente convincenti nell’impersonare quei due protagonisti cinici che non trasmettono la minima emozione attraverso la voce, recitano tanto bene la loro parte da farlo come se non sapessero minimamente recitare e da lasciare su questo un malizioso quanto legittimo dubbio. Eppure, se lo scopo di Corsicato si conferma quello di rendere costante il distacco dalla realtà mantenendo stabile nello spettatore la coscienza del grottesco, il risultato del lavoro di Alessandro Preziosi e Laura Chiatti è indiscutibilmente positivo.

E la convinzione che sia davvero così sembra arrivare al momento della scena finale, trasudante un grottesco emblematico: il coro di miserabili mostri senza forma né personalità a cui è lasciato il giudizio finale è posto innanzi al disvelamento della menzogna, ma, come un pubblico ottusamente fedele, questo si lascia accecare dal bagliore dell’apparenza e applaude alla storia narrata, a quei personaggi che lo hanno preso in giro durante tutto il film, fino in fondo, fino a lasciarsi innaffiare da litri e litri delle loro feci che sgorgano dalle fognature esplose della clinica.

E come da copione in Plauto è proprio il coro ad avere il ruolo fondamentale, personaggio fondamentale. Lo svolgimento della storia ruota attorno all’incidente di Bella, la presentatrice televisiva, a seguito del quale la deturpazione del suo volto, poco prima definito inutile ormai agli ascolti dello show televisivo, può aiutare lacoppia a raggiungere i propri obbiettivi. Lei ritornare a condurre lo show televisivo in tutta la sua popolarità, e il marito, dopo la possibilità di incassare i soldi dell’assicurazione, la possibilità di condurre lui stesso lo show televisivo, all’insaputa della moglie, attraverso lo svolgimento delle operazioni chirurgiche in diretta televisiva. Questa trovata riassume il tradimento che fa cambiare idea a Bella, e che la porta a rivelare la realtà al mondo intero,nessun volto deturpato, quindi nessun soldo dall’assicurazione e distruzione della popolarità.

Ma il colpo di scena sta proprio nel finale, è infatti proprio il coro a cui è lasciato il giudizio finale, e innanzi alla rivelazione della realtà, il pubblico non ne accetta la lettura, troppo affascinato da tutta la vicenda, applaude alla storia narrata, applaude a quei personaggi che lo hanno preso in giro durante tutto il film, e quella applauso e innaffiato da litri di feci che sgorgano dalle fognature esplose della clinica,rappresenta una simbologia che se vogliamo può leggere la realtà contemporanea, di una società che applaude colui che la sfrutta e che le tira addosso “merda”.

Titolo originale: Il volto di un’altra
Nazione: Italia
Anno: 2012
Genere: Drammatico
Durata: 84′
Regia: Pappi Corsicato
Sito ufficiale: www.officineubu.com/il-volto-di-unaltra
Cast: Laura Chiatti, Alessandro Preziosi, Lino Guanciale, Iaia Forte, Angela Goodwin, Franco Giacobini, Fabrizio Contri, Giancarlo Cauteruccio, Arnaldo Ninchi
Produzione: R&C Produzioni
Distribuzione: Officine UBU
Data di uscita: Roma 2012
11 Aprile 2013 (cinema)