Presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, Viola di mare ha fatto vibrare le emozioni, spesso discordanti, della stampa e dell’opinione pubblica.
Abbiamo incontrato la regista, Donatella Maiorca, la produttrice, Maria Grazia Cucinotta, e due delle eccellenti e commoventi interpreti di questa storia intensa, Valeria Solarino (Angela) e Giselda Volodi (madre di Angela).
Che cosa vi ha appassionate di questo film? E come lo descrivereste?
Donatella Maiorca: “È una storia che parla di libertà, di identità femminile negata e invece, poi, in qualche modo riaffermata; parla di rivoluzioni fatte sulle barricate dei sentimenti, ma è una storia vera, perché loro, Angela e Sara, vivono questa sorta di rivoluzione. Il libro è ispirato a una storia vera, nella Sicilia di metà ottocento c’era una donna che è stata ribattezzata ed è diventata uomo per necessità. Io sono siciliana, ma non è campanilismo; e che la Sicilia sdoganasse una storia di libertà è importante.”
Valeria Solarino: “Penso che il merito di questo film sia quello di parlare di un amore universale, assoluto. Sono due esseri umani che si incontrano e stanno insieme. Non c’è un pensiero, da parte del mio personaggio – da parte di Angela – di compiere chissà quale rivoluzione culturale o sociale per rivendicare diritti. Lei ama Sara.
_ La mia battuta preferita del film è quando Sara dice “siamo due donne, è peccato”. E il mio personaggio risponde “cos’è il peccato?”. Perché io lo capirei se uno odia una persona, allora potrebbe essere peccato. Ma quando c’è l’amore, che cos’è il peccato. È per me è così il film.
_ E poi Viola di mare rimanda all’attualità, perché purtroppo non si è ancora accettato il fatto che le persone sono diverse e libere di amare. La paura fa fingere e attaccare, e viene sempre da uomini nei confronti di altri uomini… Almeno non ho mai sentito di una donna nei confronti di un’altra donna. Per cui penso che sia forse un problema di sessualità non risolta da parte di un uomo. Una donna sa affrontare la sessualità molto meglio di un uomo. Non mi so spiegare bene il concetto che “un uomo che ha tante donne e più fico. Per una donna è diverso. La sua parte sessuale è più risolta.”
Giselda Volodi: “È un film di cuore. E’ un film che parla di amore, che parla delle difficoltà a cui il cuore va incontro. E una madre si ingegna per superare queste difficoltà, fa di tutto: una madre per un figlio farebbe qualsiasi cosa. E poi c’è anche la coscienza femminile di sapere che era una vita ingiusta. Purtroppo lo è ancora in tanti paesi, anche qui. Queste credenze sono dei morbi che continuano a danneggiare la società. Mentre in una società libera, in una società di persone responsabili, un amore non ha connotazioni, l’amore è una cosa buona. È una necessità primaria. È vita. È vita degli esseri umani. Non ci possono essere giudizi morali, della ragione. Io amo gli esseri umani, penso che possano trovare la propria bellezza dentro, penso che chi ama renda il mondo migliore.”
Maria Grazia Cucinotta: “Quello che volevo ottenere è che all’inizio del film si fosse scioccati perché è un amore tra due donne. E poi finisce il film e non ti rendi conto che sono due ragazze, ma vedi solo la storia d’amore, passionale, che emoziona, che ti fa piangere e che ti fa vivere. Il messaggio che voglio trasmettere al pubblico è questo: abituarli alla normalità di due persone che si amano, senza vedere la differenza del sesso, senza avere il pregiudizio su due persone dello stesso sesso che si amano. Per me quello che conta è l’amore, quando nasce, quello vero, sincero. E per due persone che decidono di stare insieme in questo modo il loro amore deve essere rispettato.”
Chi sono Angela e Sara?
Donatella Maiorca: “Sono due esseri umani che si amano. Bisogna uscire dalle etichette eterosessuali/omosessuali. Ci sono due esseri umani che si amano di un amore unico esclusivo.”
Valeria Solarino: “Beh sono due esseri umani che si incontrano e fanno di tutto per stare insieme e amarsi.”
Giselda Volodi: “Sono due bambine che diventano ragazze. Sono la gioventù, rispetto ai personaggi adulti, che siamo io e Ennio Fantastichini, Maria Grazia, che sono personaggi sconfitti, che hanno questo peso sulle spalle Tranne poi la madre rivelarsi di tutt’altra natura, come se fosse una che ha conservato dentro di sé la se stessa giovane, non dimenticando cos’è essere giovani, cos’è volere qualcosa, cosa significa amare, essere puri… Quindi la madre ha questa doppia valenza. Angela e Sara sono due persone che si amano. Angela ha una passione folle per quest’altra persona, un amore grandissimo. E forse è questo che è commovente. E la madre le va appresso. Anche perché per una madre il figlio è il proseguimento, il cuore lanciato, il futuro, anche il suo futuro.”
Valeria, quali sono state le tue paure e le tue certezze nell’interpretare Angela?
“Avevo diverse paure. Una era quella che dovevo recitare con una cadenza siciliana. Confronto a Isabella Ragonese che è siciliana, avevo paura di sembrare finta. E poi la paura che la trasformazione non fosse credibile. Volevo che si sentisse il dolore del mio personaggio, perché nel passaggio da donna a uomo è stata segregata per un periodo molto lungo. Colpita nell’aspetto fisico, ma soprattutto dentro. È molto arrabbiata con quella vita. La sua anima è stata strappata, per averle tolto il suo aspetto femminile. Allora l’abbigliamento, portare i capelli lunghi erano un segno identità della donna.
Io devo dire che tutte queste paranoie le avevo prima. Quando ho iniziato a girare ero certa di quello che stavo facendo: sentivo che ero Angelo, ma sentivo che Angelo era diventato me. Ho messo molto del mio e ho capito che il personaggio era diventato mio. In maniera da non pensarci, dopo mi sono lasciata andare.”
Come è stato il processo che l’ha guidata nella trasposizione dal libro al film?
Donatella Maiorca: “Come dice Sciascia tra il libro e il film ci deve essere sempre un tradimento. È necessario tradire altrimenti rischi di fare un’operazione noiosa. Quindi c’è stato un tradimento, che è stato anche un tradimento semantico, perché tu passi dalla parola all’immagine. Quindi io il libro l’ho amato molto, ma l’ho tradito da innamorata.”
Come è nata la collaborazione con Gianna Nannini, autrice di una delle più belle colonne sonore degli ultimi tempi?
Donatella Maiorca: “È nata dal fatto che Valeria aveva lavorato con Gianna in un video, e Gianna sapeva di questo progetto. Io desideravo dare un senso di accelerazione a questo film, ambientato nella Sicilia di metà ottocento, che è storia vera ancora oggi. Volevo un’impostazione musicale non tradizionale e dunque volevo un rock romantico per avvicinare il film ai giorni d’oggi. Non osavo sperare che la Nannini accettasse e invece… Lei è venuta sul set, ha percepito tutte le atmosfere e ha prodotto un’opera perfetta.”
Signora Cucinotta, ha avuto difficoltà a produrre questa storia?
“Non è stato facile realizzare questo film, affrontare un tema così difficile, dove ci sono delle scene di nudo, scene che potevano essere girate in un modo solo erotico, un modo sbagliato. Stavi sul bisturi, potevi cascare nella volgarità come nel ridicolo. E invece tutto è stato affrontato nel migliore dei modi anche grazie a Donatella Maiorca e a Roberta Allegrini, direttore della fotografia, che sono state capaci di prendere solo la purezza di questo sentimento. E si è stati solo passionali, mai volgari.
_ Siamo usciti con poche copie ed è stato un successo. E per me è stato il successo dell’amore. Ed è questo il successo che volevo. Non mi interessa altro. Non mi interessa il fatto di aver fatto dei sacrifici pazzeschi per portarlo a termine. Non mi interessano le porte sbattute in faccia. Devo dire soltanto grazie a Medusa, a Giampaolo Letta, che ci ha dato la possibilità di distribuirci, alla Regione Sicilia a al Ministero dei Beni Culturali.”
Quali caratteristiche di sensibilità devono avere i progetti che lei produce?
“Cerco sempre di dare una speranza nei film che produco. Non accetto mai che un regista faccia finire una storia senza dare una speranza, senza dare un messaggio positivo, perché chi fa cinema ha il dovere di far sognare la gente. Qualsiasi sia il tema, si deve dare la speranza di dare la possibilità di un cambiamento, di qualcosa che può succedere, di un sogno che si realizza anche per te. Questo fa parte del mio modo di essere.”
Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio