“Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo” di Steven Spielberg

Semaforo verde. Rocambolesco

Atteso vent’anni e finalmente giunto per orde di fans e appassionati cresciuti all’insegna di un uomo con frusta e cappello. Una delle maggiori icone popolari del nostro tempo risorge a nuova vita: Indiana Jones è tornato. Steven Spielberg riprende il più grande avventuriero della storia del cinema e lo butta in pasto alla mitologia Maya e alla guerra fredda. Seppur con i distinguo del caso, il risultato non fa rimpiangere gli altri episodi della serie.

Per salvare la madre di un ragazzo e di un amico dai russi, Indiana Jones va a caccia del teschio di cristallo, misterioso manufatto che si dice abbia particolari poteri psichici. Sua rivale la temibile scienziata sovietica Irina Spalko; assieme a lui il giovane Mutt, il compagno Mac e una vecchia fiamma di ritorno dal passato.
Scritto da David Koepp (dopo numerose riscritture e passaggi di mano) su soggetto di Lucas e Jeff Nathanson, un film d’avventura poderoso e spettacolare che, come nella tradizione del vecchio Indiana, mescola l’azione, il mistero esotico e il misticismo fantastico, osando stavolta un tocco deciso verso la fantascienza.

Ambientato nel 1957, tra l’America e la Cordigliera delle Ande, il film sembra una summa del percorso di Spielberg e del suo personaggio, dove azione, avventura, ricerca dell’ignoto, fascinazione mistica, luna park visuale ed emotivo si fondono in un fumettone fatto di fanciullesca avventura, che racconta il pesante cambio politico con tocchi di perfida ironia (negli USA preda del Maccartismo, la nazione è piena di agenti del KGB), ma anche il cambio di spirito del racconto e dell’esotismo dell’avventura. Dopo il classico prologo, Spielberg cerca di ravvivare un cinema scomparso, aggiornandolo appena al digitale, regalando ai fan un avvincente divertissement fatto di ritmo rocambolesco, struttura classica che – oltre a quella delle serie – ha fatto la fortuna dei videogiochi, sequenze d’azione portentose (su tutte il lunghissimo inseguimento nella giungla), mistero e humour sornione. Fino a un finale discutibile, in cui la fantascienza eccede, stona, nonostante la coerenza con le ossessioni spielberghiane.

La sceneggiatura ha il solo limite della programmaticità nell’accumulo di elementi e ingredienti, più per il piacere del fan che per esigenza narrativa; detto questo, Spielberg realizza il miglior film possibile, restando fedele alle commedie d’azione anni ’30-’40, sia nella narrazione sia nelle scelte stilistiche, e usa lo spazio, i luoghi, i cliché, come solo i grandi registi sanno fare. A perpetrare il mito dell’archeologo con la frusta, concorre la presenza scenica di Harrison Ford, scattante anche a 65 anni, coadiuvato dall’”erede” Shia LaBoeuf (gustoso il loro scambio di sguardi finale), dalla ritrovata Karen Allen e dalla trasformista Cate Blanchett. Tornate bambini, salite sulla giostra, e godetevi l’intrattenimento del cinema puro: è quello che chiedono allo spettatore Lucas e Spielberg. E’ quello che facciamo senza indugi.

Titolo originale: Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull
Nazione: U.S.A.
Anno: 2008
Genere: Azione, Avventura
Durata: 126’
Regia: Steven Spielberg
Sito ufficiale: www.indianajones.com
Sito italiano: www.indianajones.com/intl/it/…
Cast: Harrison Ford, Shia LaBeouf, Cate Blanchett, Ray Winstone, Karen Allen, John Hurt, Jim Broadbent, Alan Dale, Joel Stoffer
Produzione: Paramount Pictures, Lucasfilm, Amblin Entertainment, Santo Domingo Film & Music Video
Distribuzione: UIP
Data di uscita: Cannes 2008 23 Maggio 2008 (cinema)