Intervista a Francesco Gallo, braccio destro della famiglia Scarpelli

Il suo ultimo libro si intitola "Il cinema racconta la storia"

Intervista a Francesco Gallo, storico, sceneggiatore, scrittore, giornalista e da sempre collaboratore della famiglia Scarpelli. E’ giovane, ma le sue passioni le conosce già benissimo: il cinema prima di tutto, che lo ha portato a lavorare fianco a fianco con Giacomo Scarpelli (figlio di Furio) ormai da diversi anni, la storia, la scrittura specie se applicata alla saggistica.

Attualmente in Rai per un progetto ovviamente legato a ciò che più ama, Francesco ha da poco pubblicato un volume interessante e di alto livello professionale nella collana “Il mio libro” de L’Espresso. Titolo: “Il cinema racconta la storia”.
Lo abbiamo intervistato per saperne di più e anche per scoprire qualche retroscena del suo lavoro a fianco della famiglia Scarpelli, pilastro della Commedia all’Italiana.

NSC: Il tuo ultimo libro parla di un tema complesso come la Prima Guerra Mondiale attraverso l’analisi di molti film, tra cui “La grande guerra”. E’ giusto dire che con questo volume sei riuscito a mettere
insieme due tue grandi passioni, la storia e il cinema? Come è nata l’idea?

“È più che giusto. A volte qualcuno mi domanda se preferisco di più il cinema oppure la storia e difficilmente so rispondere. Anzi, a dire il vero cambio risposta continuamente.
L’idea del libro è nata in Svezia, due anni fa. Mi trovavo a Lund per fare ricerca sulla mia tesi di laurea specialistica in Scienze storiche e più il mio lavoro prendeva forma, più mi convincevo che mi sarebbe piaciuto approfondire il discorso. Così, una sera, mentre ero in sella alla mia bici e tornavo a casa, decisi che da quella tesi ne avrei poi tratto anche un libro. E così ho fatto”.

NSC: Qual è il target a cui si rivolge un libro del genere? Quali sono a tuo parere i suoi punti di forza e di originalità?

“Il libro si rivolge, naturalmente, a tutti gli appassionati di cinema, ma anche a chi abbia voglia di rileggere una pagina fondamentale
della nostra storia recente in un modo alternativo che, purtroppo, non viene utilizzato nelle scuole. Credo che la Prima Guerra Mondiale
rappresenti uno spartiacque nella storia del Novecento, secolo che deve necessariamente dividersi tra ciò che è successo prima e quello che invece è accaduto dopo”.

NSC: Hai collaborato diversi anni e continui a farlo tuttora con la famiglia Scarpelli, in particolare con Giacomo. Quali sono i principali insegnamenti che hai tratto da lui?

“Rispondere a questa domanda è pressoché impossibile: sarebbe una lista troppo lunga e credo non ce ne sia il tempo. Più semplicemente, posso dire che gli devo tutto. Per me ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi, una continua fonte d’ispirazione per ogni cosa che faccio, scrivo, studio o leggo. Sentirmi professionalmente adottato da tutta la famiglia Scarpelli è per me un impareggiabile onore”.

NSC: Il cinema e la televisione ti appassionano da sempre, tanto che stai lavorando anche a un documentario. Ma se dovessi scegliere un solo film che meglio ti rappresenta, quale nomineresti?

“Qui è facile: Rocky. Credo di rispecchiarmi molto nell’essenza narrativa oltre che morale di quel film: lottare, credere nei propri sogni e quando si cade – perché si cade sempre – bisogna necessariamente avere la forza di rialzarsi. È da più di dieci anni che ho nel cassetto l’idea di scrivere un libro per raccontare la saga del pugile più amato nella storia del cinema. Prima o poi troverò il tempo di scriverlo, ne sono sicuro”.

NSC: Dal cinema alla storia: c’è un personaggio storico che ti affascina più degli altri e sul quale ti piacerebbe realizzare un’opera?

“Ritengo ormai superata l’idea dei grandi personaggi storici legati a nomi altisonanti come Garibaldi o Giulio Cesare. Per esempio, nel mio libro ho dedicato ampio spazio al ruolo fondamentale che hanno avuto le donne durante la Grande Guerra. Senza il loro aiuto i soldati tornati dal fronte avrebbero trovato un Paese allo sbando; sono state loro, invece, a tenerlo in piedi. Credo che avrebbero dovuto costruire un milite ignoto anche per le donne, per riconoscere i loro sforzi.
Quindi, in tal senso, mi piacerebbe approfondire l’incredibile storia di Luigia Ciappi di Rosarno, partita al fronte per raggiungere l’amato. Riuscì a camuffarsi da uomo per un giorno e una notte, ma poi venne scoperta e rimandata a casa”.

NSC: Da poco hai firmato due nuovi contratti editoriali con Castelvecchi. Ci puoi anticipare qualcosa?

“Sì, a maggio uscirà un libro sulla storia dei campionati europei di calcio scritto con il mio collega Lorenzo De Alexandris. Nel frattempo sto finendo un libro sulle donne alle Olimpiadi, che
uscirà a luglio prima dei Giochi di Rio de Janeiro. Non solo cinema, dunque”.

“Il cinema racconta la storia”, Francesco Gallo, Il mio libro (L’Espresso), pp. 200, euro 16