Intervista a Wim Wenders

Il regista tedesco ospite d'onore a Matera per la rassegna CinemadaMare

MATERA – Viaggiatore del mondo, curioso e attento, Wim Wenders ieri a Matera ha realizzato un sogno: passeggiare e fotografare i Sassi. Ospite d’onore della rassegna CinemadaMare, il regista tedesco si è affacciato dal belvedere di piazza Vittorio Veneto. Al collo la sua Makina Plaubel (macchina fotografica manuale), perchè la fotografia è la sua altra grande passione, Wenders ha ammirato gli antichi rioni. Dal vivo non li aveva mai visti, ma 25 anni fa li aveva conosciuti tramite Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini. “Non è un regista, Pasolini è un santo – ha affermato Wenders, senza staccare gli occhi dai Sassi – e questa città è meravigliosa. Sono felice di essere qui, a volte per realizzare un sogno occorre attendere”.

Altri film d¹argomento biblico sono stati girati a Matera. Il più famoso è forse The Passion. L¹ha visto? Cosa ne pensa?

E’ un brutto film, senza emozioni. Non è nemmeno lontanamente paragonabile all’opera di Pasolini.

I Sassi, nelle pellicole qui ambientate, sono l’alter ego di Gerusalemme. Lei ambienterebbe una sua storia qui?

I miei film nascono dalle emozioni che provo visitando un qualsiasi posto del mondo. Non parto da un’idea precisa, non ho una sceneggiatura e, di conseguenza, non cerco mai un luogo dove ambientarla. Se mai dovessi fare un film su Gerusalemme, però, andrei lì a girarlo e in nessun altro posto.

E a Matera, nei Sassi, le piacerebbe fare un film?

Ho provato forti emozioni guardandoli. Sì, mi piacerebbe lavorare qui. Girerei una storia che ha senso in questo contesto, una storia che le appartiene. I campi lunghi (visioni panoramiche, ndr.) sono difficili da realizzare, ma qui si possono fare. Alcune immagini possono essere girate solo qui.

Wim Wenders ha firmato decine di pellicole amate dai cinefili, da Buena Vista Social Club a Lisbon Story, da Fino alla fine del mondo a Al di là delle nuvole, film in cui ha lavorato a quattro mani con il suo mito: Michelangelo Antonioni.

Uno dei suoi film più belli è Il cielo sopra Berlino, del 1987. Quasi dieci anni dopo, Hollywood ha realizzato City of angels. Il soggetto ricalca il suo film. Cosa ha provato vedendo questa trasposizione americana di una sua idea?

Mi hanno pagato i diritti d¹autore e bene, questo devo precisarlo. Quando mi chiesero di cedere l¹idea dietro compenso, mi sembrò d¹imbrogliarli. Il cielo sopra Berlino l¹ho girato senza seguire una sceneggiatura, è nato come una poesia fatta d¹immagini. Mi hanno pagato per qualcosa che non avevo scritto. Il mio conto in banca ne è stato felice, e ho potuto girare Così lontano, così vicino. Sono andato anche a vedere il film americano, nascondendomi nell¹ultima fila del cinema. Dopo pochi minuti, però, mi sono rilassato. Non aveva niente a vedere con il mio film.

Foto a cura di Marco Fanuzzi