“Io non ci casco” di Pasquale Falcone

Film generazionale: storia di Marco e gli altri

Marco, deve compiere a breve i diciotto anni, frequenta il liceo classico; gli obiettivi principali, per lui e per i suoi compagni, sono la decisione della meta per la gita scolastica e l’organizzazione della festa di fine anno. Uscendo da scuola, un giorno come tanti, inforca il motorino e parte con il casco slacciato, fa pochi metri, e un’auto pirata lo urta, lasciandolo a terra inerme.
Il ragazzo, benché operato d’urgenza, entra in stato comatoso.

Inizia così un calvario, dove a ogni stazione non mancano né una coraggiosa speranza nè un’infaticabile forza da parte non solo della madre e del padre di Marco, Lorenza (Rosaria De Cicco) e Franco (Pasquale Falcone), ma anche dei suoi amici e compagni.
Il primario del reparto (Maurizio Casagrande), dove Marco passerà i prossimi mesi della sua vita, consiglia alla famiglia e agli amici di Marco di passare parte del loro tempo con lui, di comunicare con lui, come parte integrante e importante della terapia.

Il regista, Pasquale Falcone ha dichiarato: “La storia di Marco è in realtà la storia di un gruppo di amici che attorno alla sua stanza di ospedale gravitano come attorno ad un fuoco e scoprono cosa vuol dire cominciare a vivere, proprio mentre uno di loro è fermo tra la vita e la morte”.
A turno, ma anche in spedizioni allegre, le persone che amano Marco fanno capolino intorno al suo letto, raccontandosi e rivelando anche alcuni segreti bui, paure di cui ci si vergogna, sogni e ansie.
Ad assistere clinicamente il giovane c’è una giovane caposala, la signora Rosa (Maria Grazia Cucinotta, che è anche la produttrice di questo film), il cui amore nello svolgere il suo lavoro ammorbidisce le sofferenze dei visitatori.

Pasquale Falcone, regista, sceneggiatore e anche attore di Io non ci casco, ha realizzato un progetto non facile per il tema che viene trattato, le ombre dell’eutanasia, e per lo squarcio generazionale che viene dipinto.
Gli va riconosciuto il merito di aver rappresentato, sotto i riflettori, ragazzi autentici e normali, senza elevarli a eroi problematici o delinquenti romantici. Ha preso come campione un fascia generazionale, che si gode la sua età, vivendo, studio molto a parte, di feste, cellulari e motorini, non capace, come tanti, di apprezzare “tutto ciò che ha”. La sceneggiatura rende compartecipe lo spettatore, per la veridicità del dramma, per la sincerità spudorata che nasce dal dolore.

Bravissimi gli attori a interpretare un copione non facile, dove i sentimenti devono, per forza di situazioni, essere esibiti con umiltà.
Il cast di giovani attori emergenti è stato una rivelazione, nonostante si notino alcune incertezze, dovute alla plasticità di espressione. Per la selezione, il regista e i produttori hanno cominciato mettendo annunci e facendo provini in Campania. Su 600 ragazzi ne sono stati selezionati 40 con i quali hanno cominciato un percorso formativo (facendo frequentare loro una scuola di teatro ogni venerdì) che è durato circa due anni. I ragazzi provenivano da diversi tipi di esperienze. C’è chi era semplicemente studente, chi aveva lavorato nell’animazione dei villaggi turistici e chi aveva fatto il clown alle feste. Alla fine hanno definito i singoli ruoli per il film, scegliendo le personalità più vicine al ruolo che avrebbero dovuto interpretare.

Lo script appassiona, commuovendo; nonostante questo, non si possono non individuare alcune scelte che rendono quest’opera stereotipata. Alcuni risvolti si possono definire anche troppo hollywoodiani, tra l’altro lasciati in sospeso, per non parlare del finale inappropriato, se non inverosimile, e altrettanti escamotage assurdi; insomma, non si è mai visto un ospedale dove i parenti possano entrare uscire a loro piacimento eludendo la sorveglianza e il personale medico.
In Io non ci casco, fa una piccola apparizione anche Ornella Muti nel ruolo di un’insegnate di italiano che spinge la sua classe a elaborare e affrontare lo stato del loro amico, con riferimenti al tema attuale dell’eutanasia.
Altra special guest è il dj Claudio Coccoluto, nel ruolo impacciato di se stesso, invitato dalla classe ad animare la loro festa e portato poi al capezzale di Marco. Lo stesso dj ha rivelato:
“Io sono convinto che film come questo siano molto più utili e importanti delle pubblicità progresso del ministero, le quali mi sembrano addirittura controproducenti. A me è capitato un caso simile a quello del film, di un ragazzo che si è svegliato dal coma grazie alla mia musica, ed è una vicenda che mi ha fatto sentire importante.”

Titolo originale: Io non ci casco
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 105′
Regia: Pasquale Falcone
Cast: Maria Grazia Cucinotta, Ornella Muti, Alessandro Haber, Maurizio Casagrande, Rosaria De Cicco, Antonio Stornaiolo, Claudio Coccoluto
Produzione: Giallolimone movie, IDF Italian Dreams Factory
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 05 Dicembre 2008 (cinema)