“Jack goes Boating” di Philip Seymour Hoffman

Aspettando la primavera

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Jack è un uomo timido e introverso. Fa l’autista di limousine nell’azienda di suo zio e ascolta musica reggae. Buone vibrazioni per un tipo che, nonostante una vita ai margini, pensa positivo ed è capace di sognare. Connie è una donna insicura e messa alla prova da più di qualche esperienza difficile. Lavora in un’agenzia di pompe funebri. Pensa di non essere all’altezza e spesso si sente inadeguata.
_ Clyde e Lucy sono una coppia energica e socievole; sono amici e lavorano rispettivamente con Jack all’autonoleggio e con Connie alle onoranze funebri. Hanno il merito di farli incontrare, organizzano qualche uscita a quattro. Mentre il rapporto tra Jack e Connie inizia a definirsi, quello di Clyde e Lucy mostra delle crepe.

Dall’omonima piece teatrale di Bob Glaudini, Jack goes boating è l’esordio alla regia dell’attore premio Oscar Philip Seymour Hoffman. Un film intimista, tenero e delicato che si sposa alla perfezione con i caratteri portati sul grande schermo da un ottimo cast scelto con cura (come di consueto, molto buona l’interpretazione di Amy Ryan). Esistenze ai margini, individui bloccati dalla paura della socialità ipertrofica della vita moderna, persone spaesate nel cortocircuito comunicativo tipico dei nostri giorni sono spesso vittime di una rete di rapporti che li esclude a priori, scartandoli per quelle apparenti difficoltà di integrazione che in realtà semplicemente riflettono una diversa sensibilità.

Eppure basta poco per capire che le emozioni più sincere e profonde possono crescere, svilupparsi e avvolgere giorno dopo giorno anche le anime di uomini e donne spesso considerate fuori dai giochi, figure borderline meno inclini a rapporti interpersonali più frivoli e superficiali come quelli suggeriti dalla cultura moderna. Hoffman costruisce un piccolo quadro di affetti e problemi lontani dalla New York main stream, dai grattacieli di Manhattan e dalle belle case dell’Upper East Side per concentrarsi su (stra)ordinarie storie di vita comune. Jack goes Boating esplora l’amicizia e l’amore, la conquista e la perdita, la felicità e il dolore, tutto senza inerpicarsi in percorsi narrativi anticonvenzionali, ma basando il racconto sulla semplicità.

Un debutto dietro la macchina da presa in punta di piedi per il protagonista di pellicole come Truman Capote o Il dubbio; una personalità registica non ancora ben definita ma con tutte le possibilità di crescere.

JACK GOES BOATING
USA 2010 (HD, 89′, col.)
regia/director
Philip Seymour Hoffman
soggetto/story
dall’omonima pièce di/from the play of the same title by Bob Glaudini
sceneggiatura/screenplay
Bob Glaudini
fotografia/cinematography
W. Mott Hupfel III
montaggio/film editing
Brian A. Kates
scenografia/production design
Thérèse DePrez
costumi/costume design
Mimi O’Donnell
musica/music
Grizzly Bear, Evan Lurie
suono/sound
Kate Driscoll
interpreti e personaggi/cast and characters
Philip Seymour Hoffman (Jack), Amy Ryan (Connie), John Ortiz (Clyde), Daphne Rubin-Vega (Lucy)
produttori/producers
Peter Saraf, Marc Turtletaub, Beth O’Neil, Emily Ziff
produzione/production
Big Beach Films, Overture Films, Olfactory Productions, Cooper’s Town Productions
coproduttore/coproducer
George Paaswell
vendita all’estero/world sales
Overture Films