KEANE

Alla conquista del mondo con la melodia

“Hopes And Fears” è il debutto degli inglesi Keane uscito in UK lo scorso maggio, che dopo aver fatto scintille in casa propria, da qualche mese conquista anche il pubblico italiano.

Un accenno di chitarra forse non avrebbe guastato questo disco, che risulta un po’ freddo e monotono nelle musiche; ma è questa la formula essenziale voluta dai Keane che si servono solo di batteria, voce e piano per risaltare al massimo l’aspetto melodico di queste 11 canzoni.
Il giovane trio dall’aria tranquilla e dall’apparenza modesta (l’eccentricità la lasciano volentieri ai Darkness) proveniene dal Sussex (Inghilterra) ed è composto da Tom Chaplin (voce), Richard Hughes (batteria), e Tim Rice-Oxley (piano).
Il sound dei Keane segue le orme dei nomi più conosciuti del brit-pop odierno (Coldplay, Starsailor, Travis) in un modo abbastanza singolare. In “Hopes And Fears” infatti, non c’è traccia ne di episodi scanzonati alla Travis ne di agonie e paranoie alla Coldplay. E’ sostanzialmente una raccolta di ballate malinconiche dai toni dolci e autunnali, enfatizzate da arrangiamenti sontuosi e da note vivide di piano elettrico. Racconta di comuni sentimenti di disagio con se stessi e il mondo esterno, speranze e paure come cita il titolo, il tutto attraverso parole romantiche e realistiche che si perdono in un’aura che possiede quel certo che di nostalgico e innocente. Indubbiamente un lavoro toccante dotato di alcuni pezzi capaci di pulsare nello stomaco, ma nel complesso questo pop levigato manca di mordente e rischia di diventare melenso, nonché irrimediabilmente noioso dopo un ascolto prolungato. La produzione se non altro è scintillante e si avvale di effetti elettronici molto “eighties”, non a caso alcune riviste specializzate hanno pensato di accostarli agli A-ha.
La voce che intona i pezzi senza minima sbavatura, si staglia sulle note ma non graffia, coinvolge ma non sconvolge. Si tiene sul filo di un angelico equilibrio con un timbro quasi asessuato.
Il vero pregio di questo disco sono le intuizioni melodiche di cui vanta, e Tim, pianista del gruppo afferma: “Tutte le band che ci hanno ispirato hanno sempre scritto splendide melodie. È un aspetto fondamentale. Che sembra ci venga abbastanza naturale. Se ascolti una canzone in radio che ti piace, puoi ricantarla solo se ne ricordi la melodia. Pensa a un ascoltatore che non parla l’inglese: cosa gli resta se manca un bel motivo? Nulla”. “Everybody’s Changing” (ultimo singolo estratto) é l’esempio eccellente di quanto detto e fa breccia dal primo ascolto grazie proprio ad una costruzione melodica semplice e allo stesso tempo convincente e per niente banale.
Insomma questo esordio sa essere maliardo e si lascia ascoltare grazie a gemme come la già citata “Everybody’s Changing” o la traccia d’apertura “Somewhere Only We Know”, o ancora “This Is The Last Time” (singolo di prossima uscita); peccato manchi di momenti di verve che potrebbero dare una scossa all’atmosfera che, seppur affascinante, si rivela alquanto sonnolenta e ripiegata su se stessa.

I Keane sono tra i nominati nella categoria miglior artista emergente degli Europe Music Awards che quest’anno punteranno i riflettori su Roma il 18 novembre.