KINGS OF LEON

Secondo album targato Followill

Tra le ultime uscite discografiche ad aver salutato il 2004, spicca “Aha Shake Heartbreak” dei Kings of Leon, novelli rockers di Nashville che, sulla scia del clamoroso successo degli Strokes, esordirono in un turbinio di consensi e critiche, con un rock’n’roll dall’anima country blues, audace e scattante, ricoprendo un immaginario tipicamente anni ’70

Nella scena rock attuale, gravida di giovani garage bands uscite dall’inizio millennio a oggi, occhieggiano i Kings of Leon; tre fratelli e un cugino della famiglia Followill, nati rispettivamente nel Tennessee e nell’Oklahoma, debuttarono nel 2002 poco più che adolescenti, con “Youth and Young Manhood”, un album che calca a più non posso, lo spirito animale del rock degli Stati Uniti del sud d’annata ’70, tra Lynyrd Skynyrd, Neil Young e Allman Brothers, attraverso una forma fresca e orecchiabile.
Accolto dalla critica come un debutto brillante nella sua semplicità e scaltrezza, ma tacciato di scarsa originalità, perché emulativo verso una tradizione country blues appartenuta ad un’altra generazione; e se vogliamo aggiungere che i Kings of Leon, con il loro vintage look da figli dei fiori, furono abbastanza attraenti da incuriosire la stampa musicale inglese, ciò è bastato a far storcere il naso ai più scettici, aumentando i sospetti che la band di questi quattro ragazzini, invecchiati da barbe e baffi, fosse una bolla di sapone. Ma oggi il quartetto amante dei Rolling Stones, mette da parte il seppur divertente revival e si ripresenta, munito di nuovi spunti, in una veste più sobria e più aggiornata, con “Aha Shake Heartbreak”; il seguito d’esordio a poco più di un anno di distanza, in cui si sente la ricerca di uno stile più personale e meno devoto ai grandi del passato. O almeno ci provano, i Followill, a smettere i panni dei cowboys urbani, immersi nel fumo dei saloon americani e un Jack Daniels di troppo.Il cambiamento è palpabile già dai riff di chitarra, più asciutti e meno tradizionalisti; le atmosfere degli esordi, ruvide e pregne del caldo alitare nelle praterie del Tennessee, declinano parzialmente verso un suono più metropolitano, più attuale e che strizza l’occhio alla new wave primi ’80. E a fare la sua parte, c’è il prezioso contributo di Ethan Johns, già produttore di nomi portabandiera del rock’n’roll odierno, come Ryan Adams.
Abbandonata quasi del tutto la ricerca di melodie accattivanti, che rendavano immediato e coinvolgente “Youth and Young Manhood”; trova spazio un songwriting a tratti più elaborato, che affida l’attrattiva di queste dodici canzoni, alle sequenze ritmiche composte dal connubio adrenalinico di basso e batteria. In tal proposito, per quanto possa faticare a rimanere impresso ai primi ascolti, questo è un disco rock a tutti gli effetti; volendo considerare il termine “rock” nell’accezione più stretta, ovvero la negazione assoluta della melodia.
La prima parte è sicuramente la migliore. Dopo l’intensa galoppata iniziale, “Slow Night So Long”, incede una sfilza di pezzi brevi e sferzanti; cominciando da quella che più di tutte si conforma allo stile dei newyorkesi Strokes ,”King of the Rodeo”, al ritmo incalzante della solare “Taper Jean Girl”, che si trascina fino ai riff coinvolgenti e l’isterismo nei chorus, di “Pistol of Fire”. Il clima ballabile si interrompe con il lento esasperato di “Milk”, dove la voce strascicata e lamentosa di Caleb, l’ ‘ex- baffuto’ frontman, si fa supplichevole al limite del molesto. Il ritmo frenetico, riprende con la scalpitante “The Bucket” e con “Four Kicks”, che sembra uscire dal repertorio garage più infuocato dei White Stripes.
I fratellini di Nashville, non sembrano voler ripercorrere le orme del successo ottenuto, e hanno sfornato un album che non cattura subito l’attenzione, ma che si rivela un sottofondo piacevole e genuinamente rock, vibrando sottopelle ascolto dopo ascolto.

Sito ufficiale dell’artista:www.kingsofleon.com

Titolo album: Aha Shake Heartbreak (5/11/04 RCA)
Tracklist:
01. Slow Night, So Long
02. King Of The Rodeo
03. Taper Jean Girl
04. Pistol Of Fire
05. Milk
06. The Bucket
07. Soft
08. Razz
09. Day Old Blues
10. Four Kicks
11. Velvet Snow
12. Rememo
(UK Bonus track: Where Nobody Knows)