“KUIHUA DUODUO (I GIRASOLI) ” di Wang Baomin

Tra il ricordo e il pentimento

Settimana Internazionale della Critica
In un villaggio semideserto e circondato da ampi campi di girasole, arriva il giovane Ma Xiaogang da poco uscito di prigione, dove ha scontato sei anni di pena per aver usato violenza nei confronti della sua insegnante. Questo posto così deserto e silenzioso lo farà riflettere su quanto accaduto.

Alla 62° Mostra del Cinema di Venezia è massiccia la presenza di pellicole che provengono dall’oriente, basti pensare che il direttore ha deciso di dedicarvi un’intera sezione (storia segreta del cinema asiatico) che tra film giapponesi e cinesi conta più di cinquanta titoli. Anche la Settimana della Critica ha tra i sette film in concorso uno proveniente della Cina, Kuihua Duoduo, appunto, che dimostra, come ha confermato all’inizio della proiezione, Francesco Di Pace (delegato generale SIC), l’interesse espresso in altre occasioni dalla commissione per la valorizzazione e la scoperta del cinema orientale.

Il giovane regista cinese Wang Baomin, dopo aver girato alcuni cortometraggi, “Wo mai lai” o “Zhao xiao jie” approda a Venezia con il suo primo lungometraggio che ruota intorno a Ma Xiaogang, un ragazzo uscito di prigione dopo ben sei anni, ancora frastornato e confuso, che cerca di mettere un po’ d’ordine alla sua vita, alle sue idee e ai suoi sentimenti. Questo lavoro per il giovane si presenta più duro del previsto, il ricordo di aver usato violenza contro la sua insegnante, infatti, è sempre presente nella sua mente. Ma cerca in tutti i modi il perdono sincero della ragazza, inviandole ogni giorno lettere contenenti petali di girasole, fino a quando i due si incontreranno di nuovo, con nuove esperienze alle loro spalle, e avranno così la certezza che il tempo li ha veramente cambiati.

La storia di Ma è raccontata, per tutto il film, dal famoso cantautore girovago Yang Yi, che per l’occasione ha composto ed interpretato quattro canzoni per chitarra e armonica che sottolineano la malinconia della vicenda. Il film, diviso in cinque parti, a cui il regista affida dei sottotitoli, cerca di svelare in maniera chiara i difficili pensieri del protagonista, la sua voglia di riscatto, ma allo stesso tempo, questa divisione, appesantisce in più momenti la narrazione.

E fatta eccezione per i brani di Yi, la maggior parte del film è silenziosa. Gli attori, tutti non professionisti, hanno poche battute, e dovrebbero, probabilmente, raccontare con i propri volti, con i loro sguardi tutto quello che non viene detto, ma questo purtroppo risulta poco efficace. La musica diventa quindi il vero collante narrativo del film, e abbandonato il ruolo di puro accompagnamento, si ritaglia una parte da vera protagonista.

Titolo Originale: Kuihua Duoduo
Regia: Wang Baomin
Nazionalità: Cina
Genere: Drammatico
Durata: 98’
Musica: Yang Yi
Cast: Wang Mingjie, Sun Qian, Wu Yingying, Yang Yi.