Da sempre esiste la polemica tra i film necessari e i film belli, i film d’impegno e il loro rapporto con il linguaggio, su come la Storia possa diventare cinema. Non a caso, infatti, la maggior parte dei prodotti audiovisivi sono appannaggio della piattezza televisiva. Il penultimo film di Andrzej Wajda non dirime il problema, anzi conferma come molto spesso, affrontare la storia significhi mettere da parte il cinema.
Il racconto parte da una di quelle pagine nascoste nella Storia, un po’ come le nostre foibe: a Katyn, 20.000 ufficiali polacchi vennero massacrati come prigionieri di guerra dai sovietici, che però occultarono l’accaduto lasciando ricadere la colpa sugli ormai sconfitti nazisti.
Lo script di Wajda, Wladyslaw Pasikowski e Przemyslaw Nowakowski s’iscrive in quella traccia di revisione storica che latita tra la rivelazione di verità occulte e una semplicistica rivalutazione dei vari cattivi della storia, ma con molta più onestà intellettuale rispetto a un qualunque Il Sangue Dei Vinti.
Wajda racconta il durante e il dopo l’evento, partendo dalla 2^ Guerra Mondiale e arrivando negli anni del regime comunista, per raccontare il rapporto doloroso tra le ragioni di Stato e le ragioni del cuore, tra i dogmi delle ideologie e le famiglie che quei dogmi hanno dovuto subire; nel farlo, Wajda mette in evidenza elementi chiave della cultura polacca, come il cattolicesimo acuto, e li inquadra con rispetto, adottando una strategia narrativa interessante nei suoi blocchi progressivi. Peccato che sia nella messinscena sia nella narrazione si cada qua e là in comode banalità (come i flashback nel finale) e che la ricostruzione tra speranza e verità sia più retorica che ispirata.
Anche perché il film pare più interessato a descrivere i personaggi, a sfumarne le psicologie con la parola scritta che a rendere in immagini il percorso di dolore e la follia di una Storia che trova i suoi echi in ogni parte del mondo, reso statico e poco espressivo da una regia che pare scegliere le vie più comuni.
Ed è strano, per un autore come Wajda, da sempre in grado di rendere vita e pensiero i racconti del proprio passato e di quello del suo popolo, che qui invece sembra solo un tappeto di dolore, sul quale rendere un doveroso ma servizievole omaggio ai caduti, rappresentati da attori di formazione impeccabile, ma che il regista non sa far interagire col proprio film.
Titolo originale: Katyn
Nazione: Polonia
Anno: 2007
Genere: Drammatico, Storia, Guerra
Durata: 117′
Regia: Andrzej Wajda
Sito ufficiale: www.katyn.netino.pl/en
Cast: Joachim Paul Assböck, Waldemar Barwinski, Stanislawa Celinska, Andrzej Chyra, Magdalena Cielecka, Alicja Dabrowska, Jan Englert
Produzione: Akson Studio, TVP S.A., Polski Instytut Sztuki Filmowej, Telekomunikacja Polska
Distribuzione: Movimento Film
Data di uscita:
13 Febbraio 2009 (cinema)