Kechiche presenta a Roma “La vita di Adèle”

Il film della discordia

Se l’ultimo lavoro di KechicheLa vita di Adèle – vanta finora delle più disparate reazioni, dai premi alle polemiche, di certo l’accoglienza della stampa presente alla proiezione del 16 ottobre al Quattro Fontane di Roma, va a confluire nell’elenco delle risposte positive al film.

La pellicola è in giro già da un po’: a maggio vincitrice della Palma d’oro al Festival di Cannes, accolta al New York Film Festival, uscita nelle sale americane e francesi, è stata oggetto ora di reazioni entusiaste, ora di critiche e polemiche, soprattutto per le numerose scene di sesso, più lunghe ed esplicite di quanto il nostro occhio di spettatori sia normalmente abituato (ma tuttavia mai volgari o offensive). In occasione dell’uscita il Italia il 24 ottobre per la distribuzione di Lucky Red, il regista di Cous Cous (2007) e Venere nera (2010) ha incontrato la stampa romana, affiancato da due attori del cast, Salim Kechiouche e la protagonista Adèle Exarchopoulos. Stampa che ha mostrato dunque entusiasmo e curiosità, ponendo molto domande, soprattutto al regista.

Kechiche ha illustrato a lungo sulla sceneggiatura, spiegando la propria intenzione di realizzare un film che contenesse più temi e aspetti: una storia d’amore, ma soprattutto il ritratto di un personaggio femminile, «quasi un’eroina» per usare le sue parole, che attraversa il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, cercando di definirsi gradualmente attraverso errori e esperienze. E poi il caso, le combinazioni degli incontri, la rappresentazione di mondi e classi sociali differenti. Tra i vari mondi che racconta il film, centrale è quello della scuola, su cui il regista ha voluto soffermarsi, descrivendolo ambito della cultura meno à la page, perché si muove nell’ombra, ma fondamentale e decisivo per i nostri figli e dunque per il nostro futuro. Sia Kechiche che i suoi attori hanno spiegato poi come hanno costruito i personaggi, ribadendo soprattutto l’importanza data al lavoro d’équipe e alla ricerca di spontaneità, per ottenere quella forte materialità che caratterizza i protagonisti del film e che forse è una delle cifre stilistiche del regista.

Infine, inevitabili le domande sulle risposte differenti che ha avuto finora la pellicola, a partire dalle polemiche sorte già durante le riprese. Senza sottrarsi alla discussione, il cineasta ha risposto con garbo e sana leggerezza, mostrando rispetto per ogni tipo di commento ricevuto, ma senza smettere di difendere con onestà e schiettezza il suo lavoro. E con questa dote, oltre che con i suoi film, ci ha ricordato di essere un artista.