La programmazione della terza edizione di Presente>Indicativo, rassegna di Teatro Civile che ‘racconta’ i tempi che viviamo, attraverso il teatro e la cronaca, si ‘sposterà’, per un giorno, lunedì 28 gennaio 2008 alle ore 17.30, negli spazi del Teatro dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, che ospiterà L’amore buono, incontro con Marco Baliani, a cura di Giulio Baffi, in collaborazione con l’Amref e l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Per l’occasione sarà presentato, per la prima volta, un breve docufilm sull’esperienza teatrale dell’artista piemontese con i giovani di Nairobi, durante le fasi di preparazione ed allestimento dell’omonimo spettacolo.
L’amore buono nasce da un percorso delineatosi, improvvisazione dopo improvvisazione, prova dopo prova, in uno scambio continuo tra Baliani e i giovani ‘neoattori’. Il suo metodo partecipativo ha costruito uno spettacolo basato sulla vita reale dei ragazzi di strada, attraverso la storia di un riscatto possibile, le voci dei ragazzi e delle ragazze, le loro canzoni hip hop, le loro storie.
Baliani porta in scena l’amore degli slum africani: un amore in pericolo, sradicato e dolcissimo. Prova a decodificare i segnali dell’ossessionante presenza dell’Aids, della paura del contagio, dello scarso uso del condom. L’Africa sta morendo perché il virus non trova ostacoli dove la vita è pura sopravvivenza, dove non c’è tempo per amarsi bene.
Guidati dalla musica di Mirto Baliani e di Paolo Fresu, i giovani del “Children in need program” di AMREF raccontano rapporti vissuti troppo in fretta, influenzati dalla fame e dalla violenza, dai pregiudizi sull’Aids e sui preservativi, dalla retorica delle campagne di prevenzione e dalla mancanza di riferimenti familiari.
I 17 ragazzi e ragazze che Baliani ha coinvolto in questo progetto riescono a veicolare anche la conoscenza, a cui, diversamente, nelle bidonville si ha difficilmente accesso, mettendo in ridicolo, allo stesso tempo, tutti i luoghi comuni che invece la fanno da padrone quando si tratta di parlare della malattia.
Ma non si tratta di luoghi comuni o leggende metropolitane diffuse solo tra i ragazzi di strada e i disperati degli slum di Nairobi, come sottolineano gli stessi attori.
Intrecciando canzoni di strada, danze, clownerie e scene comiche, in cui i profilattici si trasformano in straordinari strumenti musicali, lo spettacolo restituisce la vita caotica dello slum e la voglia d’amore, il bisogno di costruire un tessuto sociale che le migrazioni dalle campagne alle città hanno spazzato via. L’intento è di trasmettere un messaggio di speranza per decine di migliaia di coetanei in tutto il mondo, i più esposti al contagio dell’Aids.
Che i ragazzi e le ragazze di Amore buono siano partiti dagli stessi luoghi comuni è evidente e lo racconta bene lo stesso Baliani nel libro edito da Rizzoli, dallo stesso titolo dello spettacolo. Ma di strada ne hanno fatta tanta. Una strada di conoscenza, innanzitutto, dentro e fuori se stessi. Ed è questa la loro più grande ricchezza, questa e il loro teatro, così come le loro canzoni, talvolta, anche molto dure.
Napoli, Teatro Accademia delle Belle Arti
L’amore buono, di Marco Baliani
Lunedì 28 gennaio 2008, ore 17.30
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti