Martedì 21 giugno, Piazza Unità è stata teatro dell’ultima tappa italiana della tournee europea della band inglese. Dopo Verona, Milano, Roma e Genova, l’attesissimo concerto dei Duran Duran si è svolto davanti a circa 8000 persone nel suggestivo scenario di Piazza Unità, che ha contribuito a trasformare un ottimo evento musicale in un vero e proprio spettacolo.
Iniziato con un ritardo di cinquanta minuti, il concerto non ha deluso le aspettative di chi attendeva il quintetto di Birmingham da molto più tempo, forse addirittura dagli anni ’80. La band è ritornata in auge con la formazione originale: Nick Rhodes alle tastiere, Andy Taylor alla chitarra, Roger Taylor alla batteria e John Taylor al basso, e naturalmente Simon LeBon come leader e voce del gruppo, e ha intrattenuto il febbricitante pubblico per due ore di buona musica. La band era accompagnata e arricchita anche dai fiati dello strumentista Andy Hamilton e dalle armonie vocali della corista Anne.
Lo spettacolo si è aperto con “Sunrise”, primo singolo del nuovo album della band, per poi continuare con brani del repertorio storico della band, dimenticando quasi del tutto l’ultima opera. Probabilmente era proprio ciò che voleva il pubblico, composto prevalentemente da ex adolescenti “duraniane”, dato che proprio con “Reflex”e “Save a Prayer”, cantata quasi all’unisono dalla piazza, ha manifestato maggior entusiasmo e calore al quintetto inglese impegnato in un ottima performance. La serata è proseguita intervallando brani di puro rock-pop anni ’80, come “Notorius“ e l’immancabile “Wild Boys”, che infiammavano il pubblico più appassionato, e brani più concept, da “Ordinary world” alla più recente “What happens tomorrow”, intensi, ben eseguiti e decisamente evocativi.
Divertenti e coinvolgenti i tentativi di contatto con il pubblico di Simon, che dopo un iniziale «Buonasera Trieste! Va bene? Great!», ha concluso lo spettacolo facendosi presentare da una improvvisata e invidiatissima valletta di nome Simona, scelta e trascinata sul palco da lui stesso tra il pubblico.
Nelle due ore di concerto, sul palco contornato da un invidiabile impianto di illuminazione e da quattro maxi schermi che moltiplicavano le immagini di sfondo, sono state ben percepibili non solo le capacità artistiche di ottimi musicisti ma anche la voglia e la grinta necessarie per far riemergere una band che è tornata perché ha ancora qualcosa da dire.
Siti ufficiali:
www.duranduran.com
www.duranduran.co.uk
www.sonymusic.it