Settimana della Critica 2013
Abdellah è un ragazzino che vive a Casablanca in una numerosa famiglia. Ha un padre che alterna nei suoi confronti affetto e distacco, una madre spesso dura e scorbutica e un fratello più grande, per cui prova una venerazione ai limiti del morboso.
Solo e silenzioso, si aggira spesso per la città, concedendosi spontaneamente a uomini, quasi cercasse fuori il calore che gli manca tra le pareti domestiche. Questa la situazione che viene mostrata per circa metà film allo spettatore, con una regia fatta per lo più di silenzi e immagini quotidiane.
Dopo una vacanza con il venerato fratello, che lo lascia da solo giornate intere in albergo, un brusco salto temporale ci porta dieci anni in avanti: Abdellah, ora un giovane uomo, è amante di un professore universitario svizzero, che lo aiuta a ottenere una borsa all’università di Ginevra. Arrivato in Svizzera il protagonista decide però di troncare bruscamente la relazione, e dopo aver vagato una notte per la città, trova rifugio in una casa dell’Esercito della salvezza. Sulle note di una canzone che ascoltava da bambino, cantata dal compagno di stanza, si chiude la pellicola, inserita nella sezione La settimana della critica.
Il film, opera prima di Abdellah Taïa, oltre a procedere con un’andatura che sembra non trovare un ritmo proprio, è piuttosto difficile da commentare. Chi ha scritto la sceneggiatura, sceglie di non approfondire nessun personaggio al di fuori del protagonista, su cui viene totalmente incentrata la regia. Anche di lui tuttavia, si comprende ben poco, dal momento che non ne vengono davvero spiegati intenzioni e sentimenti. Solitudine? Desiderio di fuga da quella famiglia in cui non si sente capito? Rifiuto della propria cultura? Solo vaghe ipotesi quelle che possiamo fare, dopo 80 minuti di un film decisamente faticoso da seguire a cui ci si appassiona molto poco, sia con la testa che con la pancia.
Per il suo debutto lo scrittore marocchino Taïa sceglie tematiche delicate, legate alla sua esperienza personale, una sfida coraggiosa per una storia che non riesce a prendere il volo.
Titolo originale: L’Armée du salut
Titolo inglese: Salvation Army
Titolo italiano: L’esercito della salvezza
Regia: Abdellah Taïa
Durata: 81′
Nazione: MaroccoInterpreti: Said Mrini, Karim Ait M’hand, Amine Ennaji