L’ECCLETISMO DI SIMON RATTLE NON FINISCE DI STUPIRE.

L’esecuzione della “Grande” di Schubert è pura meraviglia.

Simon Rattle affronta per la prima volta la musica di Franz Schubert e lo fa con un concerto dal vivo alla Philharmonie di Berlino con la “sua” orchestra, i Berliner Philharmoniker, eseguendo la sinfonia n. 9 in do maggiore “La Grande”, composta dal musicista austriaco nel marzo del 1828, un anno dopo la scomparsa di Ludwig van Beethoven e considerata come il suo testamento. Schubert infatti morirà di li a poco.

Come tante altre musiche schubertiane, anche la “Grande” rivedette la luce grazie alle ricerche condotte personalmente da Robert Schumann presso Ferdinand Schubert, il fratello del compositore che ne custodiva l’autografo. Lo stesso Schumann né farà oggetto di un esaltante saggio critico nel 1840, mentre sarà Felix Mendelssohn ad imporla, non senza difficoltà, presso i sodalizi concertistici d’Europa.

E’ inevitabile che in questa sinfonia sia presente l’influsso beethoveniano ma, come osserva Giovanni Carli Ballala “lo scandalo sta principalmente nell’aver investito e sommerso le ideali invenzioni del genio di Bonn (Beethoven ndr) di uno spessore, di un colore, di sapore di realtà tipico della Natura di schellinghiana memoria, profanazione dell’Io, di fronte alla quale Beethoven aveva eretto il duro baluardo dell’Idea, del Messaggio. In Schubert tale ostacolo crolla, e il mondo diviene realtà rivelata senza mediazione alcuna”.

Ebbene la “Grande”, proprio perché costruita sul rigerminare melodico e non condizionata da schemi sonatistici si può benissimo configurare come “pura meraviglia” e in modo particolare in questa esecuzione la pura meraviglia emerge in tutto il suo splendore e nella sua trasparenza.

Sir Simon ancora una volta non tradisce i suoi fans (che sono tantissimi) e ci regala l’ennesima chicca.

Straordinaria l’orchestra, ritmicamente perfetta e molto curata sotto l’aspetto del suono dal maestro inglese che, pur essendo consapevole della presenza di una dirompente ricchezza sonora che non passerà inosservata a Schumann stesso, Liszt, Bruckner e soprattutto Mahler, sa governare con autentica sensibilità le grandiose masse sinfoniche d’urto e le sensuali finezze cameristiche (vedi il secondo movimento) che innervano l’intero capolavoro.

Ed ora aspettiamo “Vita d’eroe” di Richard Strauss. Come ci stupirà sir Simon?

Dedicato a quella “pura meraviglia” che si chiama Enrica.

Franz Schubert
Sinfonia N. 9 in do maggiore D944 “La Grande”
Berliner Philharmoniker
Direttore: sir Simon Ratte
CD EMI n. 0946 3 39382 3 9
siti internet: www.emiclassics.com – www.simonrattle.co.uk