“L’Ebreo” di Gianni Clementi

L’Ebreo. Avidità, terrore e meschinità dell’animo umano

L’opera di Clementi in scena al Teatro Toniolo di Mestre, con Ornella Muti – Duccio Camerini – Mimmo Mancini.

La storia, scritta da Gianni Clementi si sviluppa a Roma nel ‘56, l’anno della nevicata, e vede protagonisti in scena soltanto tre personaggi: Marcello Consalvi, la moglie Immacolata e l’idraulico Tito. Ma una quarta presenza invisibile e angosciante si manifesta e diviene protagonista durante tutta la rappresentazione, “l’Ebreo”.

Quest’ultimo, proprietario del negozio di stoffe dove Marcello lavora come ragioniere, subisce la sorte comune a molti ebrei negli anni tra il ‘43 e il ‘45, viene deportato a seguito di una retata a Roma. Per mettere al riparo i propri beni dall’esproprio decide di intestare le proprietà al dipendente che, con la moglie, si ritrovano quindi improvvisamente ricchi con un sontuoso appartamento nel Ghetto romano a loro disposizione.

Immacolata si avvinghia con anima e corpo a quell’inaspettata agiatezza, ma si sente braccata e vive nel costante terrore di un possibile ritorno dell’Ebreo di cui non hanno più notizie da tredici anni. Donna avida e calcolatrice, deve fare i conti con un marito debole e con quel denaro che vuole difendere con bramosia, seducendo chiunque possa rappresentare un pericolo alla sua acquisita ricchezza e considerazione in società.
Contemporaneamente complice e vittima ne è Tito, idraulico e amico del marito, che la donna ammalia e seduce per coinvolgerlo nelle sue losche trame per potersi liberare del nemico, il fantasma del vecchio padrone che bussa alla porta, procurando il terrore nell’avida coppia barricata in casa.
L’atmosfera si tinge di giallo e paura, meschinità e dramma si susseguono fino a un finale tragico, surreale e grottesco.

La Muti appare convincente nei panni della donna cinica, delineandone bene i tratti loschi e ambigui con qualche accenno comico anche grazie alla stretta parlata romanesca, come sono convincenti e ugualmente ironici in molte battute i bravi Duccio Camerini e Mimmo Mancini.
La volontà di indagare l’animo umano fino a cogliere l’estremo a cui esso può giungere pur di non rinunciare ai privilegi, al dio denaro emerge in tutta la sua drammatica realtà in quest’opera nella regia di Lamanna

L’Ebreo di Gianni Clementi al Teatro Toniolo
con Ornella Muti, Duccio Camerini, Mimmo Mancini
regia di Enrico Maria Lamanna
durata dello spettacolo: 2 ore circa