“L’ITALIA S’E’ RIDESTA” DI E CON ALDO CAZZULLO

Aldo Cazzullo sarà in scena a Verona giovedì 9 maggio alle ore 21,00 al Teatro Nuovo di Verona, venerdì 10 maggio alle 21,00 presso l’Auditorium Candiani di Mestre, sabato 11 maggio alle 21,00 a Trieste presso la Sala Bartoli del Teatro Rossetti e domenica 19 maggio alle ore 18,30 presso il salone del Libro di Torino. L’ingresso libero per il pubblico.

A seguito del successo conseguito in più di sessanta città italiane con lo spettacolo multimediale tratto dal precedente libro “Viva l’Italia!” di Aldo Cazzullo, il Teatro Stabile di Verona propone il nuovo reading che vedrà in scena, oltre agli attori Paolo Valerio e Michele Ghionna, anche in questo caso l’autore stesso.
In scena si alterneranno le letture dei passi salienti del testo, dando ampio spazio ai ritratti dedicati alle più importanti città italiane, e gli interventi di Aldo Cazzullo che racconterà al pubblico le sue impressioni raccolte durante questo suo viaggio in quindici città italiane. Alle parole si aggiungeranno anche video e immagini che, in maniera suggestiva, daranno modo agli spettatori di vivere appieno questo viaggio attraverso l’Italia, la sua storia e le sue città. Un percorso narrativo affascinante per coinvolgere tutti, comprese le nuove generazioni, in un momento divulgativo ma allo stesso tempo appassionato ed attento sull’Italia di oggi e sul nostro futuro.

“L’Italia oggi è spaventata, di cattivo umore, impaurita dal futuro. Invece sono convinto che l’Italia abbia davanti a sé una grande occasione di ripresa e di sviluppo. Una chance di rinascita, una nuova stagione.” È possibile uscire da un viaggio nell’Italia della grande crisi più ottimisti di prima. Perché c’è un paese che alla crisi resiste, e che riparte. Perché il mondo globale, che consideriamo una sciagura, è una grande opportunità per un paese come il nostro, capitale della bellezza e dell’arte, del design e della creatività. Perché il mondo di domani – non solo l’America ma anche la Cina, l’India, il Brasile – è pieno di consumatori che vorrebbero comprare i nostri prodotti, vestirsi come noi, vivere come noi. Perché abbiamo ricchezze che nessun ladro potrà mai rubare, bellezze che nessun falsario potrà mai imitare, saperi che nessuna impresa potrà mai delocalizzare. Non è vero che i figli staranno peggio dei padri: il futuro dipende da noi, e può essere migliore del presente. La celebrazione dei 150 anni dell’unità è stata un successo: noi italiani abbiamo capito di amare l’Italia. C’è una cosa che ancora ci manca: la fiducia in noi stessi. Invece dobbiamo ricordarci che il nostro non è un paese qualsiasi. Essere consapevoli di chi siamo, e di quel che possiamo fare.
Per aiutarci a capire chi siamo, Aldo Cazzullo racconta quindici città. Da Torino, che ha cambiato umore e non ha più pudore dei propri sentimenti, a Bari, dove nascono i nuovi miti della letteratura e dello spettacolo: Carofiglio, Caparezza, Checco Zalone. Milano, “la nostra New York”, e Roma, “l’indistruttibile “. Napoli, “inorgoglita”, e Venezia, morta come città e risorta come splendida vetrina. Verona, “la complessata”, e Trieste, tornata al centro dell’Europa. Genova, “mai stata così bella”, e Firenze, “la vera capitale”.

L’Italia s’è ridesta non è un libro consolatorio. Ha anzi pagine urticanti. Denuncia scandali, critica cattive abitudini, ritrae personaggi negativi. Si addentra nelle piccole capitali in crisi, da Parma a Siena. Avverte che Palermo rischia di esplodere e Bologna di impoverirsi. Ma ovunque scopre storie di successo, trova motivi di speranza, vede i segni di un grande potenziale di sviluppo. A cominciare dalla lezione di dignità e riscatto che viene dall’Emilia e dall’Aquila colpite dal terremoto. Il viaggio porta anche nella provincia profonda, al Nord e al Sud. Mette in pratica un’idea del giornalismo distante dal narcisismo e dall’opinionismo, basata sull’inchiesta e sul dialogo con le persone, in sintonia con la prefazione di Ferruccio de Bortoli.
E si conclude con il catalogo delle cose da fare, iniziando dalla più importante: ricominciare a credere in noi stessi e nel nostro paese.