“L’ebreo” di Gianni Clementi

L'ebreo, risate e incubi

L’EBREO è una black comedy scritta da Gianni Clementi, vincitrice del premio SIAE, messa in scena da Enrico Maria Lamanna e interpretata da Emilio Bonucci, Pino Quartullo e, per la prima volta in palcoscenico, un’icona del cinema anni 70 e 80, Ornella Muti.

Roma, 1956, l’inverno della copiosa nevicata, che coprì la città eterna, Marcello e Immacolata vivono comodamente e agiatamente in un borghese appartamento del centro storico, gestiscono negozi e posseggono altre case. Sono ormai lontani i tempi in cui Marcello era un semplice garzone di bottega e Immacolata era una serva. Ora hanno tutto, si sono permessi anche di far sposare la figlia e pagarle una luna di miele a Venezia, Parigi e Londra. Hanno perfino una televisione, Marcello e Immacolata possono vedersi “Lascia e raddoppia” a casa sul divano del soggiorno invece che al bar, come tutti gli amici loro. Tra loro le cose non sono certo più come una volta: non fanno l’amore da cinque anni, Marcello rimpiange le piccole gioie della vita grama di un tempo, Immacolata si è inaridita e inacidita e pensa solo a difendere il nuovo status.
Il punto è che questo loro benessere ha qualcosa che non va: non è guadagnato col sudore della fronte, è finto nasce da un vecchio imbroglio: il loro padrone di una volta, ebreo, ai tempi delle persecuzioni razziali, aveva pensato di riparare i suoi beni ida possibili espropri, intestando proprio a loro, ai due dipendenti di razza ariana, i suoi beni. Poi il vecchio sparì, probabilmente finito in un campo di concentramento, fu dichiarato presumibilmente morto, ma quest’ombra enorme nella loro esistenza potrebbe anche prendere corpo, tornare e rovinarli.

Scritto in un romanesco già “contaminato”, è un testo divertente e cinico, anche se non privo di battute e situazioni un po’ “facili” e “grevi”, che però evolve gradatamente verso prospettive più complesse sino a un finale estremo-grottesco un po’ alla Ruccello..
La regia di Enrico Maria Lamanna , molto gradevole come al solito, cavalca questa atmosfera da commedia all’italiana, privilegiando a dire il vero il versante comico “tout court”, anziché quello “cattivo” e trascurando altre possibili sfaccettature, soprattutto sul piano psicologico dei personaggi.

Immacolata è una delle figure femminili più interessanti che si sono viste di recente nelle novità italiane. Ornella Muti, al suo debutto, è senz’altro spontanea e divertente e se la cava in maniera non disprezzabile, ma per sfruttare davvero tutte le chances del personaggio era necessaria un’attrice più esperta e padrona dei propri mezzi. Va decisamente meglio con il sensibile marito di Emilio Bonucci e con la caratterizzazione molto comunicativa che Pino Quartullo fa di un amico poveraccio che si trova a un certo punto vittima della situazione scabrosa.

L’EBREO
di Gianni Clementi
con (in ordine alfabetico) Emilio Bonucci, Ornella Muti, Pino Quartullo
scene Max Nocente – costumi Teresa Acone – musiche Pivio & Aldo De Scalzi – disegno luci Stefano Pirandello – disegno audio Hubert Westkemper – regia Enrico Maria Lamanna
un ringraziamento a Morgana Giovannetti per aver dato la voce ad Elena
Durata: due ore
Roma, Teatro Valle fino al 7 marzo, poi in tournèe