La rassegna Musica e linguaggi, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del comune di Venezia e dal circolo Caligola si è aperta il 26 novembre con il concerto di Ludovico Einaudi al teatro Toniolo di Mestre.
Ludovico Einaudi, figlio di Giulio, uno dei più noti editori italiani, è indubbiamente una figura interessante e particolare del panorama della musica italiana. Proveniente dalla tradizione classica (si è diplomato al conservatorio di Milano e ha studiato con Luciano Berio), il pianista e compositore torinese è riuscito a trovare un suo personale equilibrio anche attraverso le frequentazioni di sonorità più popolari (musica etnica e rock), e a sviluppare uno stile personale rarefatto e intimo. La sua volontà di narrare i moti dell’animo umano attraverso la musica è ben esplicitato anche nelle sue composizioni cinematografiche: Treno di panna di Andrea De Carlo, Acquario di Michele Sardillo, Le parole di mio padre di Francesca Comencini, fino al recente Sotto falso nome di Roberto Andò. Ma è con il cinema intimista di Giuseppe Piccioni, che Einaudi sembra aver trovato una fonte d’ispirazione maggiormente affine al suo stile e alla sua sensibilità.
Il maestro ha regalato al pubblico di Mestre due ore e mezza di musica senza interruzioni, presentando il suo ultimo lavoro, Una mattina, e ripercorrendo il suo repertorio attraverso brani tratti da Le onde, I giorni, Eden Rock fino alla colonna sonora di Luce dei miei occhi di Piccioni. Le note di Einaudi si muovono leggere e libere nell’aria ipnotizzando l’ascoltatore e trasportandolo in una dimensione interiore, in cui il silenzio non è vuoto, ma è sospensione del tempo in attesa che la musica vibri di nuovo nell’animo di chi la suona e di chi la ascolta. Sono note da ascoltare trattenendo il respiro, per cogliere le impercettibili variazioni, i pianissimo e per non interrompere l’incanto. I brani eseguiti in duetto con il violoncellista Marco Decimo arricchiscono le sonorità del compositore torinese di una tensione crescente, di una intensità melanconica..
Il pubblico, che ha gremito il teatro Toniolo, ha assistito al concerto in un’atmosfera immobile, interrotta solo dagli applausi tra un brano e l’altro, e , alla fine, ha salutato i due musicisti con entusiasmo, ottenendo più bis.
I brani di Einaudi nascono dal cuore e arrivano al cuore, e alla fine del concerto si ha la sensazione di avere imparato qualcosa, e dunque non possiamo che essere d’accordo con il maestro quando afferma:«La musica serve a proiettare il proprio spirito, a entusiasmarsi, a riflettere, a unire, ad amare».