“L’ombra del potere – THE GOOD SHEPHERD” di Robert De Niro

Il vero volto della CIA, tra menzogne, sospetti e un cast che non passa inosservato

Edward Wilson, agente dei Servizi Segreti americani durante la Seconda Guerra Mondiale, sposa la bella Clover, di cui però non è innamorato. Troppo preso dal suo incarico, Edward sacrificherà tutto in nome degli ideali fondanti dell’America e di un’Organizzazione che arriverà a controllare la sua stessa vita privata, sottraendolo all’amore di sua moglie e al figlio, che pur di guadagnarsi l’affetto paterno sarebbe disposto a soffocare le sue giovani aspirazioni.

Quali leggi governano il misterioso mondo dei Servizi Segreti e la vita degli uomini che vi lavorano? Questi gli interrogativi che da anni tornano nella mente del regista e attore americano Robert De Niro che finalmente riesce a trovare delle risposte in questo suo ultimo lavoro. Dopo svariate ricerche e studi sul tema, la decisione è quella di un salto indietro nella storia per dar vita al primo capitolo di una lunga e non comune trilogia. E ci trasporta nel periodo caldo della Guerra Fredda: in giro per il mondo insieme a Edward Wilson, l’agente annoverato tra i padri fondatori della CIA, interpretato qui in maniera impeccabile da Matt Damon, un autentico “uomo di pietra”. A lui sceglie di affiancare sul set la bella e brava Angelina Jolie, nei panni della moglie e una schiera di attori eleganti e notevoli, tra cui spiccano i nomi di Alec Baldwin e John Turtutto, riservandosi con modestia una parte anche per sé, “di poche battute”, ma portante.

Un piacevole trucco alla base della sua regia che per il racconto tenta con successo una continua contrapposizione di immagini del passato miscelate, con tecnica impeccabile, a quelle del presente; immancabili il ricorso a flashback e a scene di reportage storici, un po’ sbiaditi e in bianco e nero. Il regista salta da Washington ai territori della Germania nazista, a quelli dell’Università di Yale fino ad arrivare, alla fine del film, nel Congo, seguendo le tracce di una fotografia e di una registrazione che il serio Edward Wilson trova inspiegabilmente sotto la porta del suo appartamento.

De Niro prende il suo tempo e senza timore dilata più di vent’anni di storia in 167 minuti di pellicola: tutti, sempre, carichi di significato. La risposta da parte del pubblico è positiva anche se in alcuni tratti si può avere la sensazione che il film si stia allungando un po’ troppo. Nonostante ciò, non si può dir nulla alla sceneggiatura di Eric Roth, scritta in maniera sapiente, che unisce piani narrativi lontani e diversi per tener viva l’attenzione. A questo contribuisce l’attento gioco di luci, ombre e riflessi che l’ingegno creativo del direttore della fotografia, il già premiato all’Oscar Robert Richardson, manovra sullo schermo per creare ritmo e suspance, accentuata dalla colonna sonora nei momenti di maggiore tensione.
Tutto e tutti si muovono con maestria dunque, in accordo e in coordinazione e alla fine del film si ha quasi voglia di vedere subito i prossimi capitoli per incollare insieme i pezzi mancanti di un puzzle, così attuale, che non può lasciare indifferenti.

Titolo originale: The good shepherd
Regia: Robert De Niro
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 167′

Cast: Matt Damon, Robert De Niro, Angelina Jolie, Joe Pesci, Alec Baldwin, Tammy Blanchard, Brendan Bradley, William Hurt
Produzione: Universal Pictures, Tribeca Productions, Morgan Creek Productions, American Zoetrope
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 20 Aprile 2007 (cinema)