Vi sono periodi che inesorabilmente fungono da frontiera segnando “un prima” e “un dopo”. Spartiacque per eccellenza fra due mondi, quello dell’allegria, dell’ottimismo, della joie de vivre e l’altro, cupo, tragico che prende avvio con l’attentato di Serajevo e la prima guerra mondiale, è la belle epoque.
Culla di questa stagione a cavallo fra due secoli è Parigi, ma, sia pure in tono minore, lo stesso entusiasmo, lo stesso ottimismo e frenesia contagiano la vicina Italia forse più segnata della cugina d’oltralpe, dai fermenti sociali che minavano le certezze borghesi e aristocratiche, ma ugualmente desiderosa di progresso, spensieratezza, lieto vivere. Parigi poi, capitale indiscussa di ogni movimento artistico, attira numerosi artisti italiani che riproducendo i fasti, gli entusiasmi, la sfrenatezza della belle epoque, ne esportano gli umori diffondendone immagini, canoni, fermenti.
Palazzo Roverella a Rovigo grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e all’Accademia dei Concordi allestisce una mostra ricca di 130 dipinti e di una ventina di affiches per illustrare con scientifico rigore, quei “ bei tempi” visti da artisti italiani. Sfilano i vari momenti significativi della vita pubblica e privata di quell’epoca: vita notturna nei teatri e nei tabarin, veglioni, casinò, le passeggiate al parco, le gite ai laghi e al mare, accanto a momenti di intimità, di vita familiare. A dominare, però, è il ritratto femminile esaltato dal pennello magico di Boldini, dal tocco leggero di Aroldo Borzagni, dallo scintillio delle sete di Giacomo Grosso, dalla lieve pastosità di Zandomeneghi, dalle fugaci spatolate di Ettore Tito, tutte evocatrici di un felice vivere chiassoso sul ritmo del can can o di pause soffuse di dolce malinconia.
Ad accomunare tutte queste figure femminili è la bellezza a conferma del detto di Stendhal per il quale “La bellezza femminile è la promessa della felicità” Concetto talmente condiviso da Baudelaire che lo farà proprio, definendo una bella donna “ un invito alla felicità”. Come dargli torto guardando negli ippodromi, nei salotti, nei boulevard le elegantissime figure di DeNittis magico interprete visivo dell’assioma del grande critico.
Palazzo Roverella con le sue colorate carrellate di capolavori pare ora volerci offrire un supplemento di quella Joie de vivre, quasi a consolarci dei tempi grami che attraversiamo.
“LA BELLE EPOQUE. ARTE IN ITALIA 1880 1915”
Rovigo, Palazzo Roverella
Dal 10 febbraio al 13 luglio 2008
Info: Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
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