Venezia 66. Concorso
La doppia ora è la coincidenza di leggere sul quadrante dell’orologio un’ora ripetuta, come 23.23, 14:14. La doppia ora è un gioco, che invita i partecipanti a esprimere un desiderio, come quando si vede cadere una stella, ma non sempre il desiderio si realizza.
Sonia (Ksenia Rappoport) da Lubiana, si è trasferita in Italia, dal padre, dopo la morte della madre; si mantiene facendo la cameriera. Guido (Filippo Timi), un uomo restio a parlare di sé, è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa. Si incontrano in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta.
In pochi giorni imparano a conoscersi, a svelare le proprie ferite ancora aperte. Sono sul punto di innamorarsi, quando Guido muore durante una rapina nella villa di cui è il custode. Sonia si ritrova da sola a elaborare una forma diversa di lutto, mentre il suo passato ritorna, con tutte le difficoltà non risolte, la realtà che la circonda comincia a collassare, fino quasi a crollarle addosso.
La doppia ora, film italiano in concorso alla 66. Mostra Internazionale del Cinema a Venezia, segna il debutto alla regia di Giuseppe Capotondi.
Ksenia Rappoport e Filippo Timi, interpreti principali, tengono superbamente in mano la sceneggiatura di questo film, di questo gioco di cercate coincidenze; è un film che si regge e gioca, appunto, sull’equilibrio delle parti. Quando questo equilibrio si incrinerà, nonostante si riesca tranquillamente a pronosticare la fine durante la visione, emergerà l’espressività massima di questo gioco. La doppia ora si può definire un film di genere; un’opera un po’ troppo pretestuosa, tessuta di noir, melò e intrighi psicologici.
Sonia e Guido sono due anime disilluse, che si incontrano e si stravolgono, sostenute dalla reciproca solitudine. La Rappoport ha avuto la forza di trasmettere a Sonia, un personaggio fragile e duro allo stesso tempo, l’emozione dell’amore e dell’angoscia. Da parte sua Timi, sempre in un crescendo di sensibilità attoriale, ha saputo cogliere l’isolamento e il tormento di Guido, la sua sofferenza nascosta.
La doppia ora vanta un profilo ambivalente, dove stona acutamente per la sua prevedibilità, nello stesso punto sa prendere respiro e riesce a confondere la compatezza della trama, frastagliandola.
Capotondi ha gestito un film pieno di chiaroscuri, visivi e, soprattutto, psicologici, elaborati in un progetto ben congegnato nella sua elementarità, nel suo essere calcolatamente misurato.
La doppia ora è un’opera indifesa di fronte alle possibilità dei suoi personaggi; è un’opera cadenzata dalle loro insicurezze, da ciò che potrebbe succedere.
Titolo originale: La doppia ora
Nazione: Italia
Anno: 2009
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 95
Regia: Giuseppe Capotondi
Cast: Kseniya Rappoport, Filippo Timi, Giorgio Colangeli, Fausto Russo Alesi, Giampiero Judica, Gaetano Bruno, Chiara Nicola, Stefano Saccotelli
Produzione: Indigo Film, Medusa Film
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: Venezia 2009
06 Novembre 2009 (cinema)