“LA FAMIGLIA SAVAGE” DI TAMARA JENKINS

L'impossibilità del rapporto con la morte

Torino 25
Wendy Savage è un’aspirante drammaturga newyorchese. Passa da un lavoretto di poco conto all’altro, concentrando tutte le sue forze sull’ottenimento di una borsa di studio da una qualche fondazione per poter mettere in scene la sua pièce autobiografica e vive un rapporto inconcludente con un uomo sposato che non la porterà da nessuna parte. Nel cuore della notte riceve una telefonata: il padre Leonard, non certo un modello di genitore perfetto, si è sentito male.

Wendy convoca il fratello Jon, insegnante di teatro al college e in procinto di scrivere un libro sull’umorismo nero in Bertolt Brecht, anche lui con grosse difficoltà sentimentali, e i due partono alla volta di sun City, Arizona, cittadina di plastica per ricchi anziani in pensione. Qui ritrovano Leonard, il padre che li ha maltrattati e abandonati, ormai in preda a una grave forma di demenza. Lo riportano nell’East Coast, a Buffalo, dove lo sistemeranno in una casa di riposo economica e poco invitante e dove, per la prima volta dopo moltissimi anni, insieme attenderanno l’arrivo dell’inevitabile.

Film d’apertura del concorso ufficiale al 25° Torino Film Festival, il secondo lavoro della regista teatrale Tamara Jenkins (il primo fu, nove anni or sono, L’Altra Faccia di Beverly Hills) gode di tanti meriti quanti sono i suoi difetti. Ma procediamo con ordine. Il film della Jenkins fornisce un quadro neanche lontanamente consolatorio su una famiglia disfunzionale, e soprattutto su due figli (definiti dalla regista due novelli Hansel e Gretel) che sono dovuti scendere a patti, nel corso della loro vita, con situazioni più grandi di loro e che li hanno resi due adulti generosi, a loro modo, ma terribilmente disfunzionali. Specialmente Wendy, la vera protagonista di questo film, vive una vita che risente di continuo degli avvenimenti della sua infanzia, anzi che addirittura ruota intorno alla sua storia passata (il testo con cui intende debuttare a Broadway e quindi realizzare il sogno di una vita è totalmente autobiografico).

Tanti pregi e meriti quanti difetti e cedimenti strutturali, si diceva. Due fantastici protagonisti, la candidata al premio Oscar Laura Linney e il premio Oscar Philip Seymour Hoffman, una sottile e deliziosa ironia nera che corre sotterraneamente per tutta la durata della pellicola e una buona storia da cui partire fanno da contraltare a un ritmo povero e indolente, a qualche lungaggine narrativa pleonastica e a una regia un po’ spenta (eccezion fatta per i primi splendidi minuti).

Titolo Originale: The Savage
Anno: 2007
Nazione: USA
Durata: 113′
Regia: Tamara Jenkins
Sceneggiatura: Tamara Jenkins
Fotografia: Mott Hupfel
Interpreti: Laura Linney, Philip Seymour Hoffman, Philip Bosco, Peter Friedman, Gbenga Akinnagbe, Cara Seymour, Sidné Anderson
Produzione: Ad Hominem Enterprises, Lone Star Film Group, This Is That Productions
Distribuzione: 20th Century Fox Italia