“LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA” di Bernard-Marie Koltès

L'uomo e la sua solitudine

È notte nel quartiere parigino di Rue St. Denis e solo la pioggia incrina l’atmosfera statica e lugubre. Un uomo chiama uno sconosciuto che ha visto camminare lungo la strada deserta: “Compagno, compagno!”. Così ha inizio “La notte poco prima della foresta”, forse il più difficile fra i testi del drammaturgo francese Bernard-Marie Koltès, una delle voci più dense e liriche del teatro europeo di fine Novecento.

Claudio Santamaria, nota icona del cinema e della televisione nostrani degli ultimi anni, si cimenta con coraggio in questo lungo monologo interpretando la parte di un anonimo giovane di cui ci è dato sapere poco. Straniero in Francia (ma più probabilmente straniero della vita), il solitario protagonista dell’opera comincia a raccontare con un lungo flusso di coscienza frammenti confusi di passato e utopiche idee per il futuro. Usando un linguaggio schietto e tagliente, Koltès dipinge con pennellate cariche di liricità un mondo abitato da “stronzi” e “puttane”, dove gli uomini vivono la loro esistenza schiacciati da sentimenti troppo pesanti da sopportare.

La regia di Juan Diego Puerta Lopez colpisce per la sua resa scarna e metafisica: il palco è ricoperto di sassi e detriti e man mano che lo spettacolo prosegue le luci ampliano lo spazio scenico, dando allo spettatore una crescente sensazione di tragica solitudine. I giochi di luce continuano durante tutta la rappresentazione, mettendo in risalto via via particolari sempre nuovi della scenografia e aiutando il pubblico a seguire il personaggio nei suoi racconti al limite del delirio.
Giuliano Sangiorgi, voce e chitarra dei Negramaro, porta il suo prezioso contributo componendo musiche perfette per la messinscena, capaci di smuovere l’animo dello spettatore.

L’eccessiva staticità dell’azione rende la parola il vero demiurgo dello spettacolo. Probabilmente questa è stata una scelta registica dettata dalla particolare tipologia del testo che purtroppo ha comportato un eccessivo rallentamento dell’insieme, complice anche una chiusura fisica pressoché costante da parte dell’interprete e un’energia scenica non sempre al massimo.
Di contro sono una gioia per lo spettatore i momenti più intensi, i quali si staccano dall’uniformità complessiva per raggiungere piacevoli picchi poetici che non possono lasciare indifferenti. Il finale in particolare si trasforma in una vera tempesta di sensazioni contrastanti e pulsanti, resa ancora più intensa da quei freddi colpi martellanti che il protagonista sferra contro una struttura metallica situata sul fondo del palco.

Il testo, scritto più di trent’anni fa, mette in luce due tematiche fondamentali: la condizione dello straniero e la solitudine dell’uomo. Lo spettacolo risulta dunque drammaticamente attuale anche nella società contemporanea che, sebbene potenzialmente arricchita dalla convivenza di culture diverse tra loro, si è chiusa in un tragico individualismo. Anarchico e profondo, “La notte poco prima della foresta” si rivela capace di far riflettere lo spettatore.

Al Teatro Elfo Puccini dal 13 al 25 aprile 2010
“La notte poco prima della foresta” di Bernard-Marie Koltès
regia di Juan Diego Puerta Lopez – musiche originali di Giuliano Sangiorgi (Negramaro) – produzione Nuovo Teatro
con Claudio Santamaria
Durata: 1 ora e 30 minuti
www.elfo.org