Due storie, due vicende, due protagonisti così diversi ma tanto simili nelle difficoltà esistenziali che giornalmente sono costretti ad affrontare: soli e insicuri nella loro unicità e desiderosi di trovare nell’altro conforto e coraggio.
Paolo Giordano fa il suo ingresso nel mondo editoriale italiano proponendo un romanzo capace di affrontare problematiche psicologiche attuali con uno stile piacevole e leggero.
Tutti i media ogni giorno mostrano la società come rumorosa, frastornata e solitaria; si vive nella collettività in maniera apparente, rifugiandosi poi nella totale solitudine e indifferenza.
Si è frustrati dal dover nascondere agli altri le proprie insicurezze, convinti che, screditando l’ immagine, si diventerebbe indifesi e facilmente attaccabili.
Paolo Giordano è riuscito, con uno sguardo arguto e profondo, a rappresentare la società sola e dedita alle apparenze, composta da una popolazione malata, schiava dell’immagine e del continuo bisogno di confermare la propria forza e perfezione.
Mattia e Alice non sono né forti né perfetti; soprattutto vivono nell’angosciosa consapevolezza di non esserlo e di non riuscire ad ottenere la comprensione e l’accettazione degli altri.
Mattia nasconde, tra le innumerevoli cicatrici delle sue mani, una terribile disgrazia familiare: da piccolo ha abbandonato in un parco la sua gemella Michela.
Alice invece, in seguito ad un incidente sui campi da sci, è rimasta zoppa; da quel giorno ha un pessimo rapporto con il cibo e con il suo aspetto e, sentendosi grassa e ridicola, riversa le sue insicurezze sull’alimentazione, soffrendo di anoressia.
Entrambi hanno alle spalle famiglie distratte e piene di sensi di colpa, che preferiscono far finta di non vedere le insicurezze e le problematiche dei propri figli per non rivivere il dolore del passato. Così i due protagonisti vengono totalmente abbandonati a se stessi.
Il titolo La solitudine dei numeri primi rispecchia la loro condizione, identica a quella dei numeri primi gemelli, così vicini, ma così insormontabilmente separati da un unico numero pari che non permette loro di scontrarsi.
I ragazzi si conoscono durante il periodo scolastico, in una festa di compleanno in cui Alice cerca di conquistare l’affetto delle sue compagne sopportando angherie e prove crudeli. Ella rimane affascinata da come Mattia sia totalmente disinteressato e indifferente agli altri, ammira quindi la sua capacità di non volere a tutti i costi attrarre l’attenzione altrui.
Entrambi sono soli, scherniti e allontanati dai compagni arroganti e superficiali.
Grazie alla loro amicizia riusciranno a trovare quell’affetto tanto agognato e la forza necessaria per sopravvivere al grigiore quotidiano.
Il tempo trascorre, i due protagonisti crescono, cambiano e si allontanano, ma conservano la consapevolezza di essere come due numeri primi gemelli, soli, distanti ma vicini.
Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, Mondadori, Milano, 2008, pp. 304, € 18,00.