“LA SONNAMBULA” di Vincenzo Bellini

Il sogno spezzato altro non è che l’amore

Al Teatro Filarmonico di Verona un nuovo allestimento dell’opera belliniana con la regia dell’argentino Hugo de Ana

Per non cadere nel melenso e nel già visto, allestire oggi una Sonnambula sembra davvero difficile: troppo semplice e scontato il mulino, il ruscello e le montagne della Svizzera, forse azzardata, ma da sperimentare, un’ambientazione moderna.

Hugo de Ana sceglie di affidarsi alla tradizione, ma si scosta nettamente dalla convenzionalità suddetta. La scena fissa è un quadro pittorico a tutti gli effetti e i personaggi fanno parte di esso. Appaiono un prato verde e un albero che rappresentano una scena reale, che potrebbe essere una piazza attorno a cui ruota l’azione. Le belle proiezioni sullo sfondo – il bosco, il cielo, il ruscello, la casa e la proiezione di Amina sonnambula – orientano il pubblico verso una più riconoscibile ambientazione, ma svelano anche il lato irreale e sognante dell’opera.

La trama e l’orchestrazione lasciano spazio all’estro degli interpreti che non devono svilire il lato sognante e puro di Amina, non si devono appiattire all’ottusità e alla gelosia di Elvino e alla perfidia di Lisa, ma devono farsi guidare dalla ragione contro la credenza e la superstizione popolare che il Conte Rodolfo, deus ex machina, è venuto a distruggere.

La resa musicale è risultata soddisfacente, ma la concertazione di Patrick Fournillier è apparsa non sempre appropriata per quanto riguarda i tempi e le sfumature. Per creare la fiaba bisogna costruire dei colori: al pianissimo bisogna saper aggiungere raccolto, intimo, delicato.

Antonino Siragusa, Elvino, ha un timbro che può non piacere, tendente a volte al nasale, ma a questo artista va riconosciuta la capacità di saper trovare mille colori, sfumature e mezze voci che ci devono essere in un canto come quello di Elvino che è anche estatico. Il Conte Rodolfo di Michele Pertusi è inimitabile per solidità, timbro e tenuta, ma la trionfatrice della serata è stata sicuramente Amina. Eva Mei coglie di questo personaggio l’esatta fisionomia e modella il canto in modo perfetto. Soave, espressiva, rapita: non una nota, non una sfumatura gettata via. Una menzione anche per la giovanissima Lisa di Alessandra Marianelli.

Molto buono il coro diretto da Marco Faelli e successo meritatissimo per tutti.

La Sonnambula
Melodramma in due atti
Libretto di Felice Romani
Musica di Vincenzo Bellini
Prima rappresentazione: Milano, Teatro Carcano, 6 marzo 1831
Direttore: Patrick Fournillier
Regia, scene e costumi: Hugo de Ana
Orchestra e coro dell’Arena di Verona
Il Conte Rodolfo: Michele Pertusi, Amina: Eva Mei, Elvino: Antonino Siragusa, Lisa: Alessandra Marianelli, Teresa: Paola Fornasari Patti, Alessio: Victor Garcìa Sierra, Un notaro: Cristiano Olivieri
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