‘LE CONFESSIONI DI UN ITALIANO’ DI Ippolito Nievo

La più celebre opera di Nievo

Le Confessioni di un italiano rappresentano la monumentale impresa a cui Nievo si dedicò dal dicembre del 1857 all’agosto del 1858.

Le Confessioni di un italiano rappresentano la monumentale impresa a cui Nievo si dedicò dal dicembre del 1857 all’agosto del 1858. Il romanzo uscirà postumo nel 1867 con il titolo di Le confessioni di un ottuagenario, a sei anni dalla morte, in un naufragio, dell’autore.
Il romanzo manca, quindi, di una stesura rivista dall’autore e per questo permangono alcune incongruenze e improbabili colpi di scena.

Tuttavia non bisogna dimenticare l’importanza fondamentale che questo romanzo ha per la letteratura italiana: è uno tra i primi romanzi successivi ai Promessi Sposi che sperimenta una moltiformità di fonti e di registri.
Le Confessioni non è di facile catalogazione: certamente l’aspetto storico e i riferimenti autobiografici fanno da padrone, ma, i primi sei capitoli dedicati all’infanzia a Fratta, si avvicinano ai toni del romanzo di formazione mentre il gusto per la caricatura richiama l’esperienza di Sterne (anche l’Antiafrodisiaco del 1851 testimonia la vicinanza di Nievo al Tristam Shady di Sterne). La forte presenza del sentimentale, a volte esibito nell’indugiare erotico su particolari femminili, rappresenta un’altra componente piuttosto importante del romanzo e, fin dalla sua pubblicazione, questo aspetto fu messo in luce fino al punto che Le Confessioni fu condannato per immoralità dei costumi.
Numerosi sono i personaggi che affollano il mondo di Nievo; personaggi storici e d’invenzione (come la Pisana, uno dei personaggi più noti del romanzo), ‘abitano’ un romanzo che narra le vicende storiche italiane tra il 1775 e il 1858, viste attraverso gli occhi di Carlo Altoviti, il protagonista del romanzo.

Un altro aspetto fondamentale del romanzo di Nievo riguarda la lingua: se Manzoni aveva cercato, per i Promessi Sposi, un’omogeneità linguistica, Nievo preferisce attingere ad una pluralità di fonti e di registri.
In questo modo la narrazione non mai monocorde, ma si caratterizza per improvvisi slanci oratori che ‘movimentano’ una narrazione che, solitamente, appare piuttosto fluida.
Nievo non si accontenta di servirsi della lingua letteraria, ma saggia tutte le possibili espressioni linguistiche attingendo, per esempio, al dialetto veneto e al friulano. Nievo, inoltre, si serve di latinismi e toscanismi non tanto per dare una patina di letterarietà al testo, quando per caratterizzare i personaggi e per dare un tratto di realismo colloquiale al romanzo.