Uno studio, agevole e interessante, sulle eroine femminili della più quotata scrittrice per l’infanzia.
Bianca Pitzorno non è una scrittrice per bambini, o meglio, molti dei suoi romanzi possono essere indirizzati anche ad un pubblico più maturo, che, come è avvenuto per Mirka Casella, riesce a cogliere la complessa trama di rimandi e riferimenti su cui l’autrice costruisce i suoi personaggi.
Un romanzo della Pitzorno, anche il più fantasioso, non è mai esclusivamente il prodotto della fantasia dell’autrice, né delle sue personali esperienze biografiche. L’autrice ha sempre in mente un modello, un romanzo o un’indagine storica, che possa fornirle dati e immagini da trasporre sulla propria pagina.
Certamente questo tipo di costruzione, si riflette maggiormente in quei romanzi di ambientazione fortemente realistica o storica. È il caso de ‘La bambinaia francese’ o de ‘La bambina con il falcone’. Sul primo romanzo Casella riflette a lungo perché si costruisce sulla falsa riga di ‘Jane Eyre’ con il quale dialoga continuamente (molto utile, in questo caso, la tavola sinottica a fine testo che paragona il romanzo della Bronte a quello della Pitzorno). Tuttavia non si poteva non incontrare in questo studio il cosiddetto ‘ciclo di Lossai’, ovvero: ‘Ascolta il mio cuore’, ‘Diana Cupido e il Commendatore’, ‘Le voci segrete’ e ‘Quando eravamo piccole’, vero ciclo balzacchiano ambientato nell’immaginaria cittadina di Lossai. Questi romanzi presentano straordinarie figure femminili ‘in crescita’, che iniziano a confrontarsi con il mondo esterno e con il proprio carattere in formazione: a questo proposito non si può non citare l’indignazione di Prisca (‘Ascolta il mio cuore’) per i soprusi della terribile maestra Arpia Sforza, che la porta a sfogarsi nella scrittura di racconti fantastici. ‘Ascolta il mio cuore’ è un vero e proprio best seller, apprezzato da piccoli e da adulti, che si costruisce guardando costantemente a ‘Cuore’ di De Amicis, la cui vicinanza si nota a livello strutturale (nel titolo, nella struttura con i racconti che interrompono la narrazione principale), e tematico (i soprusi nei confronti dei più poveri). Un ampio capitolo del saggio di Casella è dedicato ai romanzi adolescenziali di Bianca Pitzorno, in particolare ‘Speciale Violante’, ‘Principessa Laurentina’, ‘Sulle tracce del tesoro scomparso’ e ‘Re Mida ha le orecchie d’asino’. In questi testi le giovani protagoniste attraversano l’età adolescenziale scoprendo il proprio corpo che cambia (i continui riferimenti all’arrivo del ciclo mestruale), i primi sentimenti amorosi (gli amori di Tilda, spregiudicata cugina della dolce Laleghe di ‘Re Mida ha le orecchei d’asino’), e superando l’esperienza della morte come esperienza di formazione come avviene in ‘Principessa Laurentina’.
Casella realizza un saggio che, seguendo i principali personaggi femminili della Pitzorno, descrive sapientemente il modo di lavorare della scrittrice, mostrando che anche un romanzo per bambini può nascondere una bibliografia di riferimento da far invidia al più importante romanzo per adulti
M. Casella, ‘Le voci segrete, itinerari di iniziazione al femminile nell’opera di Bianca Pitzorno’, Milano, Mondadori, 2006, pp.319, 14.00 €.