“LEI, CHE NELLE FOTO NON SORRIDEVA” DI Cinzia Bomoll

"Non importa dove poggiamo i piedi, ma a cosa pensiamo quando non li poggiamo da nessuna parte".

Figlie di una generazione violenta, trasgressiva, del “voglio e posso”, le due protagoniste di quest’opera, Ester ed Alice, si trovano a crescere condividendo i difficili momenti dell’adolescenza.

Ester ed Alice sin da piccole sono definite “identiche sputate” ma, sebbene siano gemelle, tra di loro c’è una differenza abissale, non tanto nell’aspetto fisico, quanto nel carattere.
Ester è fragile, insicura e cerca di superare la perenne insoddisfazione rincorrendo l’approvazione degli altri e assumendo atteggiamenti provocatori; dietro tanta trasgressione si cela un animo malato e autolesionista, che la porterà più volte a mettere in scena suicidi e a punirsi tagliandosi con vetri e lamette.
Alice, più forte e risoluta, vive l’instabilità della sorella in modo contraddittorio: a volte la irrita, a volte diviene eccessivamente protettiva, cercando di tutelarla da scomode verità e da pressioni maschili.
Tra musica alternative rock e atmosfera dark la trama si snoda in modo avvincente all’interno di un quadro reale della società odierna: giovani afflitti da una quotidianità desolante e da famiglie disinteressate, ragazzi che si buttano su droga e alcool per affrontare noia e problemi, desiderio di riscatto da una collettività pronta ancora ad etichettare secondo lo status sociale, l’abbigliamento, gli atteggiamenti, perfino per la musica che si ascolta.

Asia Argento ha dichiarato “Questo romanzo è pazzesco. Mischia rabbia e dolcezza, morte e tanta voglia di vivere. Mi ha commosso e divertito. Che talento.”
Ebbene sì, Cinzia Bomoll, con uno stile limpido ed un linguaggio moderno, permette al lettore di vivere insieme alle protagoniste, soffrendo e gioendo per ogni svolta della narrazione; inoltre la mutevolezza dello stile, che passa da un tono morbido ed affettuoso ad uno violento e duro, marca ancora di più la contrapposizione tra le due figure.
La bravura dell’autrice e l’eccezionalità dell’opera sono individuabili nella passione trasmessa, che porta il lettore a “divorare letteralmente le pagine”.
“Lei, che nelle foto non sorrideva” non ha infatti solo una bella trama, ma conduce a riflettere sulla fragilità umana e su come noi stessi possiamo essere gli artefici della nostra disperazione e del nostro annientamento.
Una peculiarità di questo romanzo sono i continui flashback che ci illustrano la storia delle protagoniste e che ci permettono di conoscere le “Ester” di tutti i giorni.

Cinzia Bomoll, giovane regista e già autrice di due racconti (“Figa, sfiga senza fuga” in Ho qualcosa da dirvi con Einaudi stile libero e “Sbologna” in Gli intemperanti con Meridiano ha esordito felicemente nel mondo letterario.

C. Bomoll, Lei, che nelle foto non sorrideva, Ariccia (Roma), Fazi Editore, 2006, 192 pp., 13 €