“Le Baccanti”, tragedia scritta da Euripide poco dopo il 406 a.C., fu probabilmente l’ultimo componimento del grande poeta drammatico greco. Il testo, profondamente legato alla cultura del tempo, oggi torna a nuova vita grazie a “La caccia”, particolarissima produzione di Luigi Lo Cascio liberamente ispirata all’opera greca. “La caccia” ha vinto il premio Hystrio nel 2008 e, dopo due stagioni di successi, ha conquistato anche il Biglietto d’oro per il teatro. Per festeggiare con il pubblico l’inaugurazione della sua nuova sede, il teatro Elfo Puccini lo riporta a Milano.
Sullo sfondo nero del palco buio, appare l’immagine proiettata di uno studioso del mondo greco (interpretato dal giovanissimo Pietro Rosa), il quale afferma che Dioniso non ci sarà: quanto avverrà durante lo spettacolo sarà solo il frutto delle visioni di Penteo, re di Tebe.
Lo Cascio, conosciuto dal grande pubblico per l’interpretazione di opere cinematografiche quali I cento passi e La meglio gioventù, entra in scena in abiti bianchi, in contrasto cromatico con la penombra che incomberà sulla scena per tutta la durata dello spettacolo. Caratterizzato da una recitazione antinaturalistica dalle ampie variazioni vocali che ricordano gli studi di Demetrio Stratos, l’attore siciliano si muove con abilità e riesce a coinvolgere lo spettatore, dominando lo spazio vuoto del palcoscenico. Alle sue spalle, vengono proiettate delle animazioni che, sebbene talvolta corrano il rischio di schiacciare l’attore e ridurlo di importanza, per lo più rimangono un valore aggiunto alla qualità estetica della performance.
All’interno dell’originale euripideo vengono inserite citazioni letterarie (Kafka e Platone), pittoriche (in una figura proiettata si può riconoscere il Cristo morto del Mantegna) e storiche (Penteo come Mussolini), in una commistione di classico e moderno. I brevi e divertenti ‘intermezzi pubblicitari’ che, con chiari riferimenti alla mitologia greca, propongono allo spettatore l’acquisto di assurdi prodotti estetici, costituiscono l’apice di questo dialogo: oltre ad avere un effetto di straniamento, questi spot sono anche una critica al mondo contemporaneo. Il Dio della tragedia non potrà essere presente perché l’uomo ha sostituito il suo culto con un nuovo rito: l’idolatria di se stesso e del proprio corpo.
Il tema della caccia, presente anche nell’originale, qui è portato al centro della vicenda: il ribaltamento della condizione di Penteo da cacciatore a vittima assume così particolare rilievo (e il brano platonico del mito della caverna assume un valore peculiare).
Se non si può definire lo spettacolo un’opera politica, certamente nel riscrivere il testo, Lo Cascio ha deciso di mettere in risalto l’aspetto sociale della tragedia. Dioniso è visto dal re come uno straniero che può minare lo status quo della città e che deve dunque essere sconfitto per riportare Tebe sotto le ali dell’ordine costituito.
Intenso e poetico, La caccia è un ottimo esempio di come il teatro greco, lungi dall’essere morto, ha ancora la capacità di parlare allo spettatore di oggi.
Al Teatro Elfo Puccini dal 9 al 21 marzo 2010
La Caccia
Scritto e diretto da Luigi Lo Cascio, liberamente ispirato a Le Baccanti di Euripide
con Luigi Lo Cascio e Pietro Rosa
suoni e montaggio video di Desideria Rayner – musiche originali di Andrea Rocca – disegno luci di Stefano Mazzanti
Durata: 1 ora e 30 minuti circa
www.elfo.org