“LORD OF WAR” di Andrew Niccol

La mia droga si chiama "armi"

Un trafficante d’armi fa i conti con la moralità derivante dalla propria attività, mentre è ricercato da un agente dell’Interpol.

In Italia, “Lord of war” uscirà a sostegno della campagna “Control Arms”, che Amnesty International sta svolgendo insieme alla Rete italiana per il disarmo. Basti pensare che nel mondo in cui viviamo, sono in circolazione quasi settecento milioni di armi e altri otto milioni vengono prodotte ogni anno. Ci sono aziende che le fabbricano, intermediari che le mettono in commercio, governi e privati che le acquistano e le vendono e, all’ultimo anello di questa incontrollata catena, persone che le utilizzano contro altre persone. Attraverso questa campagna, Amnesty International si è impegnata a disinnescare le conseguenze drammatiche del traffico incontrollato di armi nel mondo.

Il film, in particolare, approfondisce una conseguenza poco nota della fine della Guerra Fredda: l’enorme quantitativo di armi andate improvvisamente in disuso, vendute dagli stati dell’ex Unione Sovietica ai paesi in via di sviluppo (in modo particolare all’Africa) e le ingenti somme di denaro incassate dai trafficanti di armi che le hanno vendute. Parlare del traffico internazionale delle armi non è cosa semplice. Di certo questo film non ha la presunzione di esaurire tutte le problematiche coinvolte. Offre, per lo più, una serie di spunti su cui riflettere. Il regista-autore Andrew Niccol ha tratto ispirazione da una serie di eventi degli ultimi anni per costruire il personaggio interpretato da Nicolas Cage, Yuri Orlov, conosciuto con l’epiteto “Il Signore della Guerra”. La sceneggiatura del film nasce dalle storie di cinque diversi trafficanti di armi realmente esistiti le cui testimonianze hanno portato alla luce fatti decisamente preoccupanti: elicotteri militari venduti come mezzi di soccorso, trafficanti di armi che cambiano il nome e le registrazioni delle loro navi in alto mare oppure la liberazione dal carcere di un noto criminale americano in circostanze misteriose.

Il fatto che la sceneggiatura sia stata presentata una settimana prima dell’inizio della guerra in Iraq ci facilita a capire come sia stato ardua trovare dei finanziamenti. Sono stati, infatti, degli investitori stranieri a scommettere sulla validità del film e sulla forza dello scritto. Cage è bravo nel trasmetterci i conflitti interiori del suo animo ma confessa di aver avuto delle perplessità appena letto il copione: “Non ero proprio sicuro di voler interpretare questo personaggio perché avevo paura che mi entrasse troppo dentro e anche quello che faceva mi spaventava. Sono titubante nel dire qualsisasi cosa al riguardo perché si tratta di riflessioni soggettive, nate da un’interpretazione personale. Ciò che si sottintende è molto più interessante di quello che si può dire al riguardo”.

Un forte limite che riconosciamo al film, però, è quello di dosare male gli equilibri tra una parte legata alla drammaticità della storia e un’altra in cui il messaggio politico è preponderante ma non sufficiente per stringere il cerchio. La pellicola rimane sospeso tra l’opera di denuncia e la commedia esistenziale di una vita vissuta al di sopra degli schemi della presunta normalità. I due livelli, non risolti, rendono l’opera in alcuni punti eccessivamente leggera ed in altri insopportabilmente drammatica, come nel caso dell’indugiare su particolari e dettagli particolarmente pietosi. L’azione si tramuta, spesso, in didascalia e alla lunga rende la visione del film difficoltosa facendo pensare ad una certa artificiosità dell’intento creativo dell’autore.

Titolo originale: Lord of war

Nazione: U.S.A.
Anno: 2005
Genere: Azione
Durata: 120′
Regia: Andrew Niccol

Sito ufficiale: www.lordofwarthemovie.com
Cast: Nicolas Cage, Ethan Hawke, Jared Leto, Bridget Moynahan, Eamonn Walker, Ian Holm, Sammi Rotibi
Produzione: Nicolas Cage, Norman Golightly, Andreas Grosch, Andrew Niccol, Chris Roberts, Teri-Lin Robertson, Philippe Rousselet
Distribuzione: IIF
Data di uscita: 18 Novembre 2005 (cinema)