Il 2 dicembre la Bandabardò si è esibita in un concerto-spettacolo al Teatro Toniolo di Mestre dove ha presentato il suo nuovo lavoro “Ottavio”.
“Oggi Mestre, domani Broadway!” Con queste parole Andrea Orlandini, chitarrista della Bandabardò, cerca tra il pubblico una volontaria per il ruolo di Lilù, donna dalle mille facce, e per questo impersonata da una ragazza diversa in ogni tappa del tour. Trovata Lilù, la Banda è pronta per cominciare il suo spettacolo.
Il gruppo folk-rock, originario di Firenze, è composto da Enrico Greppi alla voce, Alessandro Finazzo alla chitarra, Marco Bachi al basso, Andrea Orlandini alla seconda chitarra, Alessandro Nutini alla batteria e Jose Ramon Caravallo Armas alle percussioni. Nato nel 1993, è la sintesi di passioni musicali molto diverse tra loro, influenze cantautoriali, ma anche rock. A distanza di tredici anni dal primo album Il Circo Mangione, nel 2009 esce Ottavio.
Il nome, lo stesso del tour teatrale, deriva dalla Commedia dell’Arte dove è usato per il personaggio del giovane innamorato.
Lo spettacolo, in quattro atti, alterna il racconto, introdotto dalla calda voce di Greppi agli intermezzi musicali, in cui la Banda ci presenta la sua ultima fatica: quattordici canzoni tutte incentrate sul tema di Ottavio. Ci sono quindi Bambino e La mauvaise reputation (magistrali rivisitazioni delle celebri canzoni di Dalida e George Brassens), Bambine cattive, Timido tango, Lilù si sposa, Balla ancora, ‘O guerriero ‘nnammurato, La ballata di don Gino, le Ballerine (in cui i fonici salgono sul palco e ballano indossando eleganti – e ironici – tutù rosa), Viva la campagna (di Nino Ferrer), La vedova Begbick e Porto Cabagna, per poi finire con Armistizio. Insieme con gli ultimi pezzi, la Banda ha riproposto, comunicando tutta la sua energia e voglia di divertire ed emozionare, una serie di canzoni tratte dal suo repertorio, inserite ad hoc nella storia: Il principiante, La fine di Pierrot, Ubriaco canta amore, Sogni grandiosi.
Per tutta la rappresentazione, durata all’incirca un’ora e mezzo, gli spettatori si sono limitati ad ascoltare in silenzio, catturati dalla musica, dalla simpatia e dalla bravura del gruppo, riservando all’ultima canzone, la celebre Manifesto, una vera e propria esplosione di entusiasmo.
Uno spettacolo da vedere (e ascoltare) per tutti gli appassionati di rock, qui suonato nella sua forma più colorata ed eterogenea.