III sec D.C. Periodo finale della dinastia Han. Dopo essersi autoproclamato primo ministro, Cao Cao convince l’imperatore Han ad unificare l’impero. Dopo aver conquistato tutte le terre a Nord, gli rimane da espugnare i regni di Liu Bei e Sun Quan.
Questi ultimi, ritrovandosi in inferiorità numerica, decidono di stringere un’alleanza sfruttando le loro abilità di strateghi militari, e il valore dei loro eroi.
Vi sono poche possibilià di sconfiggere l’esercito di Cao Cao su terra, perciò Sun Quan e Liu Bei lo attirano in mare, giocando sulle debolezze della flotta imperiale.
I due eserciti si scontreranno per l’ultima volta nella battaglia di Chibi presso il fiume Yangtze, decidendo le sorti del nuovo corso storico cinese.
Dopo la conclusione della sua lunga trasferta hollywoodiana, Il ritorno cinematografico di John Woo alla terra natia, coincide con un kolossal epico, che ha già collezionato due record: uno al box office asiatico, surclassando gli incassi di Titanic, e l’altro per costi produttivi, finora i più alti in tutta la storia del cinema orientale.
Con La Battaglia dei Tre Regni Woo sembra mettere a frutto i codici del grande cinema mainstream americano, con una elegante confezione, un folto cast di grande richiamo, e cavalcando un genere, quello storico-epico, che in questo decennio ha goduto di una notevole fortuna.
La versione originale del film è concepita in due parti, che in Asia sono state distribuite separatamente, per una durata totale totale di oltre 4 ore, mentre in Italia ci è giunta un’edizione ridotta di circa 150 minuti.
La riduzione Italiana in fin dei conti non compromette l’esito finale, del tutto apprezzabile e godibile, benché si avverta l’assenza di un afflato sentimentale tipico dello spirito epico-cavalleresco: I fatti principali ci sono tutti, ma non possiedono grande profondità, in quanto manca il corollario di situazioni che li incorniciavano e che approfondivano i rapporti tra i personaggi e le dinamiche più sottili della vicenda.
Il film è ispirato al classico della letteratura cinese The Record of Three Kingdoms di Chen Shou (III Sec D.c. ) da non confondersi con la versione romanzata di Luo Guanzhong The Romance of Three Kindoms (XIV sec D.c).
E’ la storia di un’alleanza per l’indipendenza contro la brama espansionista di un signore della guerra assetato di potere, e la forza che i giusti ideali conferiscono agli uomini permettendo loro di superare imprese impossibili, perché l’importante è avere “cuore”: come risponde il generale Gang Xing alle osservazioni dello stratega Zhuge Liang nel momento in cui questi osserva quanto le sue tecniche militari siano obsolete.
Nonostante la fonte primaria sia storica, l’atmosfera è mitologica; troviamo infatti un manipolo di eroi che a dispetto delle moltitudini di soldati imperiali, riescono a fare la differenza, chi con la forza bruta, chi con la saggezza, e chi, come i personaggi femminili, con l’astuzia.
Per Woo sono i grandi personaggi a fare la storia, come accadeva nei suoi action-movie melodrammatici del periodo honkonghese (The Killer, Bullet in the Head, A Better Tomorrow) in cui dei “superuomini” si imbattevano in tanti ordinari nemici i quali vantavano soltanto “quantità” ma non “qualità”.
I temi cardinali del cinema di Woo, come l’amicizia virile, il sacrificio ed il tradimento, permangono anche in questo film, ma sono nella condizione di stare alla mercé dei meccanismi mainstream, più come elementi funzionali che reali nuclei tematici.
Una scena in cui ritroviamo l’amicizia maschile in forma pura, come nelle migliori pagine di Woo, è quella in cui il viceré Zhao Yu per comunicare la sua decisone di entrare in guerra e accogliere l’alleanza, allo stratega Zhuge Liang rinuncia alle parole preferendo il suono eloquente del suo guzheng, intrattenendo una sorta di “intendimento musicale”.
La descrizione della grandezza dei protagonisti è prevalentemente espressa nelle sequenze d’azione mentre il privato, utile a conferirne maggiore spessore interiore, è spesso trascurato.
Nelle scene di combattimento Woo dimostra tutta la sua abilità nel disegnare attraverso migliaia di comparse (veri e propri soldati richiesti al governo cinese) delle imponenti architetture umane sul campo di battaglia, e riesce ad esprimere in modo efficace la grandiosità dell’evento bellico.
Entrando nello specifico dell’azione corpo-a-corpo però, accusa un po’ troppo realismo e neanche l’uso del digitale non rivela particolari invenzioni, quando da lui ci si sarebbe aspettato, com’è lecito, un po’ più d’astrazione, dato che è sempre stata il marchio distintivo del suo sguardo cinematografico.
In questi aspetti si rileva una non indifferente influenza del modello hollywoodiano che cerca lo spettacolo in canoni un po’ prevedibili, per non scontentare certe fette di pubblico e favorire la fruizione internazionale, e ugualmente Woo propende per formule collaudate e meno sperimentali, come la celebrazione della prodigalità individualistica e narcisistica dei protagonisti, e uno stile visivo formalmente più semplificato.
Altri elementi interessanti quali certe suggestioni orientali, come ad esempio il rapporto uomo-natura incarnato dal personaggio di Zhuge Liang, rimangono sullo sfondo.
Nonostante tutto, La battaglia dei tre regni risulta un film di raffinato intrattenimento, di grande perizia tecnica, con un ritmo incalzante e, anche se non brilla per originalità, è doveroso dire che dopo capolavori come Bullet in the Head e The Killer, dove le scelte registiche erano di radicalità senza precedenti, non si può chiedere di più ad un autore che ha già dato molto.
Titolo originale: Chi bi
Nazione: Cina
Anno: 2008
Genere: Azione, Storico, Avventura
Durata: 148′
Regia: John Woo
Sito ufficiale: www.les-trois-royaumes-le-film.com
Cast: Tony Leung Chiu Wai, Takeshi Kaneshiro, Fengyi Zhang, Chang Chen, Jun Hu, Zhao Wei, Chiling Lin
Produzione: Chengtian Entertainment Group (International) Holding Company, Three Kingdoms, Lion Rock Productions, Beijing Film Studio
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 23 Ottobre 2009 (cinema)