Staatsoper unter den Linden, Berlin – 02-30/12/12
Lo spirito natalizio che pervade i primi due quadri de La Bohème convincono spesso i teatri tedeschi a inserire a dicembre in cartellone l’opera di Giacomo Puccini, certo la più ripresa al mondo del Mestro lucchese assieme a Tosca, Madama Butterfly e Turandot. La Staatsoper unter den Linden, lo storico ente lirico berlinese, è attualmente ospitato allo Schillertheater per i restauri della propria sede storica, ma ha da tempo rafforzato la propria reputazione grazie alla direzione musicale del celeberrimo Daniel Barenboim. La messa in scena del capolavoro pucciniano rispetta infatti i canoni del grande direttore d’orchestra: un cast giovane e un’orchestrazione curatissima. Frutto della storica collaborazione con i librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, La Bohème rielabora le vicende narrate nel romanzo di Henri Murger e fu composta da Puccini negli ultimi mesi del 1895, per andare in scena al Regio di Torino a febbraio del 1986 sotto la direzione di del ventinovenne Artuto Toscanini.
La Bohème si sviluppa attorno ad amori e pene di un gruppo di giovani artisti, tanto talentuosi quanto squattrinati, che popolano il vibrante Quartiere Latino di Parigi. L’opera racconta la vicenda di alcuni giovani scapigliati che condividono una mansarda e campano con espedienti o furbizie, più che vivere della propria arte. Lo scrittore Rodolfo, il pittore Marcello, il filosofo Colline e il musicista Schaunard sono tuttavia uniti da solidarietà e sincera amicizia, anche nelle burrascose avventure amorose dei primi due. Entrambi pazzi di gelosia, infatti, essi perdono la testa per due donne apparentemente agli antipodi: Rodolfo si invaghisce della timida Mimì, mentre Marcello bisticcia con la fatale Musetta. Due amori sinceri resi impossibili dalle condizioni economiche di questi giovani. La regia di Lindy Hume proietta la narrazione negli Anni Venti del Novecento, anziché nella Parigi di metà Ottocento, ma questa traslazione le riesce con estrema raffinatezza. L’atmosfera dei primi due atti è quella gioiosa e spensierata di un’età aurea e candida, di sentimenti e agiatezze, che esprime bene il clima natalizio dettato dal libretto. Negli ultimi due atti, invece, regno il dramma accentuato dall’isolamento dei personaggi e delle scenografie contro lo sfondo nero. Regia e scene riescono a racchiudere La Bohème come una miniatura in una palla di vetro: come nella bolla, appena l’ultimo fiocco di neve si è posato, alla gioia subentra la disperazione.
Buono e giovane il cast proposto dalla Staatsoper. Kristine Opalis nei panni di Mimì sfodera un’ottima morbidezza, specie nella celeberrima “Sì, mi chiamano Mimì”. Molto Preciso Stephen Costello come Rodolfo, nonostante sforzasse troppo in acuto. Entrambi risultano però flebili nel volume e talvolta sovrastati dall’orchestra. Come spesso accade nella Bohème, i due coprotagonisti rubano la scena a Rodolfo e Mimì, specie nel secondo atto. Tanto è energico e profondo Alfredo Daza come Marcello, quanto sensuale ed eccessiva è la Musetta di Anna Samuil, il cui Walzer “Quando men vo” è eseguito à la Marilyn Monroe. Comune a tutto il cast è la precisione vocale e musicale, senza sbavature in tutta l’opera. Ma regina indiscussa dello spettacolo rimane la musica di Puccini, eseguita magistralmente dall’orchestra della Staatsoper diretta da Andris Nelsons. La bravura dei musicisti è tale da permettere di capire il senso profondo della composizione pucciniana e commuovere fino alle lacrime il pubblico intero, come nessuna orchestra italiana è ormai in grado di fare.
Cast & Credits
_ Direttore: Andris Nelsons
_ Regia: Lindy Hume
_ Scene: Dan Potra
_ Costumi: Carl Friedrich Oberle
Orchestra e Coro della Staatsoper unter den Linden
maestro del Coro: Eberhard Friedrich