“La Cappella dei Penitenti Grigi” di Maurizio Lanteri e Lilli Luini

Tra La Biblioteca dei Morti di Glenn Cooper e uno qualsiasi dei libri di Dan Brown

Nel suggestivo scenario della Camargue, l’attenzione di una ricercatrice della Sorbona, di una giornalista parigina e di un documentarista in cerca di scoop converge su una piccola cappella entro le mura di Aigues Mortes, la Cappella dei Penitenti Grigi. L’edificio, modesto e trasandato, è la base di una confraternita assistenziale vecchia di secoli, con una propensione piuttosto spiccata alla riservatezza.

Fabienne, ricercatrice alla Sorbona, ha bisogno di pubblicare in fretta una monografia per ottenere una promozione.
Deanne, sua compagna, preme per accompagnarla in Camargue perché sulle tracce di una ghiotta notizia.
E infine Al Squazzoni, documentarista di Discovery Channel nonostante il nome da mafioso anni venti, vuole girare una serie sugli scontri religiosi attraverso i secoli.

Nello svolgersi degli eventi il libro tocca i temi più disparati, dall’intolleranza religiosa ai giochi di potere, dalla Shoah alle dinamiche familiari delle dinastie industriali, e secondo il mio modesto parere mette un po’ troppa carne al fuoco. Il centro della vicenda sembra essere la faida tra due illustri famiglie di Aigues Mortes, poi la persecuzione degli Ugonotti, poi ancora i maneggi politici e finanziari di una famiglia in vista, poi infine la Shoah e il sionismo.

La narrazione si svolge su due livelli, una parte che descrive fatti avvenuti nel ‘700, scritta nel classico passato remoto, e una parte che segue gli eventi ai giorni nostri, narrata al presente indicativo. Mentre capisco l’espediente stilistico di sottolineare lo stacco temporale tra le due parti, il risultato è invece quello di accentuare la dicotomia tra due autori con una voce molto diversa; piuttosto neutra la parte settecentesca, vagamente hard-boiled quella contemporanea (“La rossa che sta al fianco di Chauvet è di tutto rilievo. Non bellissima, ma trasuda sesso da ogni poro. […] esibisce una mise di pizzi e satin che fa venir voglia di guardare sotto.”)

Nel complesso il libro è un incrocio tra La Biblioteca dei Morti di Glenn Cooper e uno qualsiasi dei libri di Dan Brown. E se proprio fossimo distratti e ci fossero sfuggite le varie analogie, uno dei protagonisti ad un certo punto suggerisce che sotto ci sia “un mistero alla Dan Brown”. Poi non dite che non ve l’avevamo detto.
Come nella migliore tradizione danbrowniana i personaggi sono bidimensionali e stereotipati.

In conclusione, se ve lo prestano e siete alla spiaggia senza niente da fare, vi distrarrà per qualche ora dai bambini odiosi dei vicini di sdraio. Ma non chiedetegli di più.

Maurizio Lanteri, Lilli Luini, La Cappella dei Penitenti Grigi, 2013, Ed. Nord (collana Narrativa Nord), pp. 440, € 16,90.