“La Duchessa di Langeais” DI JACQUES RIVETTE

L'amore e la restaurazione raccontate da Balzac e Rivette

Concorso
Una coproduzione franco italiana firma un film di stampo letterario, ispirato a una novella di Balzac.

Ne touchez pas la hache era appunto il primo titolo di una novella di Balzac, poi modificato nel tentativo di includere la storia nel grande progetto della Comedie Humaine. Dell’umanità parla infatti il testo, ed ora il film; di uomini e donne che, inseriti in un determinato contesto, esprimono i loro sentimenti secondo le convenzioni dell’epoca, allontanandosi da ogni forma di slancio e spontaneità che la natura umana potrebbe richiedere.
Balzac racconta la storia di un uomo, il generale francese Armand de Montriveau, di una donna, la duchessa di Langelais, e di una relazione nata come un gioco di seduzione, un futile intrattenimento di una donna annoiata e, poi, trasformatasi in una passione dolorosa e tragica. Ostacolo alla libera espressione di un sentimento sincero è la dilagante ipocrisia della Restaurazione, epoca in cui l’apparenza e i valori economici contano piú delle passioni e della natura umana.

Una distanza s’instaura, dunque, tra i due personaggi, impedendo che le loro bocche arrivino a sfiorarsi anche una sola volta, che i loro corpi si congiungano nonostante il desiderio di unirsi. La stessa distanza viene mantenuta nei confronti dello spettatore che, naturalmente portato ad una qualsiasi forma di identificazione, viene qui prontamente allontanato e costretto ad evitare gli slanci passionali che la semplice visione di un film potrebbe procurargli.
La macchina da presa rimane, per questo, lontana dai suoi personaggi. Raramente va in avanti o indietro alla ricerca dei volti; effettua, piuttosto, numerose panoramiche che da destra verso sinistra, e viceversa, esplorano la spazio circostante. La scenografia rimane quella del primo Ottocento e dei palazzi del centro parigino, sfarzosamente decorati, ma non per questo meno tetri e freddi.

Rivette dichiara di voler mantenere alla lettera la natura del testo di Balzac. Quest’ultimo era giá stato oggetto di un adattamento ad opera del regista Jacques de Baroncelli (La duchesse de Langeais), ma la storia ne aveva subito un mutamento tale da renderla quasi irriconoscibile. Baroncelli aveva, forse, meno osato adattare il tipo di scrittura balzacchiano nei partiti presi del linguaggio cinematografico. Definita “tridimensionale”, la scrittura alla Balzac comporta sentenze complesse con variazioni di velocità, maniere di ricostruire gli eventi basandosi più sulle ellissi e le omissioni che sull’esplicito. Rivette tenta, quindi, di riprodurre tale sistema di scrittura, realizzando un film più accademico che per il grande pubblico.

Ne touchez pas la hache é la sua ennesima regia, preceduta dalla realizzazione di Paris nous appartient, La religieuse, L’amour fou e Histoire de Marie et de Julien, film che hanno tracciato il percorso di un artista nato nella combriccola dei giovani turchi della nouvelle vague e divenuto autore ancore prolifico ai gironi nostri.
Questa volta affronta la scrittura del film insieme al collega Pascale Bonitzer, noto critico dei Cahiers du Cinema, passato alla regia con film come Petites coupures e Je pense a vous.
In questo progetto é, infine, accompagnato dai volti e dai corpi di Jeanne Balibar e Guillame Depardieu, non solo in veste di interpreti di Antoinette e Armand, ma anche muse ispiratrici per Rivette e Bonitzer. I due, infatti, hanno scritto il film mantenendo sempre vivo il desiderio di averli al centro della loro storia.

Regia: Jacques Rivette
Cast: Jeanne Balibar, Guillame Depardieu, Michel Piccoli
Sceneggiatura: Jacques Rivette e Pascal Bonitezer
Paese: Francia, Italia
Anno: 2007

Produzione: Pierre Grise Productions
Distribuzione: Les films du Losange