“La doppia ora” di Giuseppe Capotondi

Un’opera prima intrappolata da un meccanismo narrativo

La doppia ora è quando l’orologio digitale segna un’ora con pari minuti: come 13:13 o 00:00.
Cogliere quel momento é come vedere un stella cadente, e non si può fare a meno di esprimere un desiderio, o pensare che qualcosa di unico stia per accadere.

Sonia e Guido si incontrano una sera in uno speed date: lei, fragile e spaesata, viene dall’est e fa la cameriera in un hotel; lui, un habitué, è un ex poliziotto ora custode di una lussuosa dimora. Uno di fronte all’altra si piacciono e iniziano a frequentarsi. Un pomeriggio Guido conduce Sonia alla villa; i preliminari di una seduzione sono però interrotti dal sopraggiungere di una banda di ladri che svuota l’edificio come dei provetti traslocatori; un tentativo di violenza porta Guido a reagire in difesa di Sonia… Non è il caso di andare oltre, occorre però sapere che siamo solo all’inizio film.

Nato da un Premio Solinas (2007), La doppia ora declina generi diversi: intercetta il noir, il mélo fino ad approdare al sapore, pieno di insidie, dell’horror psicologico. Lo sviluppo narrativo poggia su un crescendo di tensione, e su una storia d’amore tra due anime smarrite a cui è offerta una nuova occasione di felicità: forse l’ultima.

Giuseppe Capotondi, fotografo, regista pubblicitario, barcellonese d’adozione, traduce un percorso narrativo il cui assioma è “ciò che sembra non è”.
Un film che ha come asse portante la sceneggiatura, costruita sul gioco del meccanismo di precisione, sulla concatenazione degli eventi e sul coinvolgimento dello spettatore a un ruolo attivo: chiamato a sbrogliare la matassa assieme ai protagonisti.
Le immagini possono però dare evidenza più della pagina scritta, possono restituire più informazioni; ecco allora, in alcuni passaggi, venir meno l’effetto sorpresa con una conseguente riduzione di tenuta.

Stessa sceneggiatrice, Ludovica Rampoldi, e stessa casa di produzione, Indigo film, de La ragazza del lago di Molaioli, con cui l’opera prima di Capotondi ha in comune alcune affinità stilistiche e alcuni difetti, tra cui una cadenza televisiva e uno sviluppo un po’ troppo convenzionale dei personaggi comprimari, come l’ispettore di polizia o l’ambiguo cliente dell’albergo.
La consolidata potenza interpretativa di Filippo Timi (Venezia, Premio Pasinetti) e l’intensità di Ksenia Rappoport (Venezia, Coppa Volpi) non fugano momenti di debolezza che rischiano di condurre lo spettatore “fuori” dalla storia.
Un film che rischia di rimanere intrappolato dalla fatica di traduzione per immagini di un meccanismo di precisione, a dimostrazione che una buona sceneggiatura è solo un buon punto di partenza.

Da ultime notizie, sembra che negli Stati Uniti ci sia già l’intenzione di acquistare i diritti per farne un remake; attendiamo con curiosità.

Titolo originale: La doppia ora
Nazione: Italia
Anno: 2009
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 95
Regia: Giuseppe Capotondi
Cast: Kseniya Rappoport, Filippo Timi, Giorgio Colangeli, Fausto Russo Alesi, Giampiero Judica, Gaetano Bruno, Chiara Nicola, Stefano Saccotelli
Produzione: Indigo Film, Medusa Film
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: Venezia 2009
09 Ottobre 2009 (cinema)